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Can I Tell You A story?

Appunti sparsi sull’incontro con David Mamet alla Festa del Cinema di Roma

La WGI è nata con l’intento di valorizzare la professione degli sceneggiatori. La sezione SCRITTO DA, sotto l’egida di WRITTEN BY, la prestigiosa rivista della WGAw, tenta di supplire alla grande disattenzione con cui gli scrittori di cinema, tv, e web vengono penalizzati  dagli organi di informazione.

David Mamet, sceneggiatore, regista, produttore, drammaturgo di fama mondiale è stato invitato dalla Festa del Cinema di Roma ad uno dei 14 Incontri ravvicinati. Il direttore della Festa, Antonio Monda, lo ha accolto e guidato nella conversazione col pubblico avvenuta il 18 ottobre scorso.

Per la WGI era presente Andrea Leanza che ha condensato per noi l’incontro in una serie di pillole di saggezza.

Borsalino

Scusatemi se mi presento col cappello, ma sapete, la pioggia… Venendo qui, io e mia moglie siamo passati davanti a Borsalino e insomma, da buon ragazzo di Chicago non ho resistito. E’ stupendo. La falda piatta… E’ un omaggio al mio concittadino, Al Capone. Sapete, noi di Chicago siamo molto attaccati ai nostri gangster.

Il Personaggio

C’è un libro, l’unico manuale di scrittura che vale la pena di leggere. E’ la Poetica di Aristotele. Dice che il Personaggio è Azione. Punto. Tutto il resto, la caratterizzazione, la backstory, sono tutte stronzate.

Kristen Bell

Dopo la prova costume l’ho accompagnata alla macchina, e di colpo mi accorgo che è diventata triste. Alle prime… Poi ho realizzato: crede che la stia accompagnando alla macchina per provarci con lei, perché le ho appena dato la parte. E penso, sono sposato con un’attrice, ho un sacco di figli… Povera piccola, che cosa disgustosa…

Danny DeVito

C’era una scena di Heist in cui doveva usare un coltello a serramanico. Ma non era capace. Oddio aiutami, ti prego, mi fa. E io: sì sì certo come no, non sai usare un serramanico, e la mia gente non sa usare la calcolatrice. Se l’è presa. Stava per mettersi a piangere. Gli faccio, scusa, che cosa terribile che ho detto, solo perché sei italiano… Al che è scoppiato a ridere e mi fa, ci sei cascato, stronzo.

Gene Hackman

Eravamo sempre su Heist. Gene Hackman è uno dei più grandi, voglio dire, lo sanno tutti. Anche se non è facile lavorarci insieme. Insomma, è un tipo difficile, ma lo rispetto, perché lo sono anch’io, ma solo quando le cose non vanno esattamente come dico io… Comunque, Gene Hackman un giorno si avvicina con questo libro pregiato e mi fa, Dave, abbiamo avuto le nostre divergenze, ma ho trovato questo libro e ci tenevo a regalartelo. E mi porge questo libro di lusso, con le foto di Mosè e Einstein sulla copertina, e il titolo è La Saggezza delle Grandi Personalità Ebraiche. E io gli faccio, Gene, sono così commosso. Poi lo apro, e il cazzo di libro è bianco.

Sean Connery

La prima volta che l’ho incontrato, la prima cosa che gli è uscita dalle labbra è stata: non ho mai fatto una lira con James Bond.

Paul Newman

Insomma, io e Sidney (Lumet) stavamo prendendo il caffè in terrazza e arriva Paul Newman, un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia, sono le dieci del mattino, e ci fa: ho appena scopato. E io penso… Paul Newman.

Nino Manfredi

Avevo pensato a Manfredi per la parte del vecchio lustrascarpe in Things Change. Così gli mando la sceneggiatura e nel giro di breve mi risponde che gli è piaciuta tantissimo. Allora prendo l’aereo e lo vengo a incontrare a Roma. Ci vediamo in questo ristorante di Trastevere, è circondato da un sacco di gente, il sole tramonta e penso, vorrei vivere anch’io così, l’aria tiepida, il vino, la luce del tramonto, questa è la vita, penso. E insomma, siamo lì col bicchiere in mano, e c’è un tizio seduto accanto a lui, una specie di galoppino, non so. Come lo chiamate voi? Un lacchè? Beh, a un certo punto mi fa: il signor Manfredi vorrebbe suggerire alcuni cambiamenti riguardo al suo personaggio e bla bla bla. Cosa ne pensa? Io credo che stia scherzando, l’atmosfera, il vino. Gli faccio, cosa penso? Penso che sia la più stupida stronzata del cazzo che ho mai sentito. Poi sull’aereo di ritorno ho realizzato che diceva sul serio. Alla fine la parte l’ho data a Don Ameche.

Improvvisazione

Sentite, sono qui in Italia da un paio di giorni e me la sto spassando un mondo. Voglio dire, il cibo per esempio… voi italiani lo prendete sul serio. Da noi negli Stati Uniti l’unica cosa che conta è se c’è dentro il glutine. Insomma, se ci togliessero il glutine e ci mettessero dentro il coriandolo la gente in California si mangerebbe la merda di gatto…

… Ma se sei uno chef, mica vai dai camerieri e gli dici, sentite, ho dedicato tutta la vita a questo mestiere, ma se volete metterci un po’ le mani voi in questo piatto, prima di servirlo ai tavoli, fate pure.

Tutti sanno che adoro gli attori. Voglio dire, ho lavorato con i più grandi. Davvero, i più grandi di tutti. E’ stato un privilegio per me. Ma non credo che mai un attore si sia avvicinato per dirmi: qui c’è scritto A, ma ti dispiace se dico B? Mai. Perché è il mio mestiere, e so quello che faccio. Io non so recitare e loro non sanno scrivere.

Il Verdetto

Nella prima stesura de Il Verdetto, non c’era il verdetto. Il film finiva prima che uscisse la giuria. Pensavo, chiunque è capace di chiudere un film che si chiama Il Verdetto con un verdetto. Poi un giorno Sidney mi prende da parte e mi fa: cresci, David.

Dialoghi

Al cinema i dialoghi non servono a niente. Il film è fatto di immagini in movimento.

Preparazione

Hai un grande direttore della fotografia. Hai pianificato la scena inquadratura per inquadratura. Hai dei grandi attori. La cosa più difficile e fare arrivare in orario i cinemobili.

Monnezza 

Di tutte le sceneggiature che ho scritto su commissione, almeno 25 sono state bocciate. Non ti dicono niente. La danno a un altro e basta. Nemmeno un arrivederci e grazie. Ma va bene. E’ per questo che ti pagano un sacco di soldi, così possono trattarti come monnezza.

Neoconservatorismo

Sentite, da ragazzo ero un buono a nulla. Non avevo nessun talento, né ambizioni. Pensavo che sarei finito a vivere per strada, o peggio diventare un criminale. Poi ho scoperto che sapevo scrivere dialoghi. E che mi divertivo a farlo. Ho capito che ci potevo guadagnare qualcosa e, soprattutto, che era un buon modo per conoscere le ragazze. Ma, insomma, non si può sfidare troppo il destino. Mi son detto, devi dire la verità! La drammaturgia è questo. Gira tutto intorno alle bugie. La bugia rompe una situazione iniziale di equilibrio, che si ricompone solo alla fine dell’opera, dopo che la bugia viene smascherata. Per tutta la vita il mio mestiere è stato quello di fare incazzare la gente. Quando andava in scena Oleanna, il pubblico finiva per fare a botte ogni sera. Cerco solo di dire la verità. C’è stata una grossa reazione nel mio paese e in Occidente a proposito di certe affermazioni politicamente sconvenienti, dove “sconvenienti” è sinonimo di “vere”.

Dada

Quando ho visto i vostri militari pattugliare i monumenti mi sono avvicinato a uno di loro per ringraziarlo, ma capite, il mio italiano… L’unica cosa che mi è venuta… Insomma, vado lì e gli faccio: Bandiera Rossa… E lui: La trionferà!

Il report è a cura di Andrea Leanza

Scrittori a Roma – Writers Guild Italia (WGI) incontra gli sceneggiatori presenti con le loro opere alla Festa del Cinema di Roma (13-23 ottobre 2016).

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