Il consiglio direttivo dell’associazione culturale dei 100autori pubblica oggi sul suo sito il comunicato stampa “Chiarezza sulla copia privata”: è un invito a NON (maiuscole loro) firmare la petizione al Ministro Franceschini lanciata nei giorni scorsi dall’associazione a carattere sindacale della Writers Guild Italia sulla piattaforma Change.org

Ci permettiamo di dire subito che riteniamo il parterre degli autori dell’audiovisivo sufficientemente colto, informato e in grado di scegliere, come sta avvenendo, chi e come li rappresenti al meglio. Writers Guild Italia non ha invitato mai nessuno a NON firmare inviti degli altri: nel senso che noi non abbiamo paura del confronto aperto e anche di essere smentiti.

Ma veniamo a ciò che 100autori contesta:

1. La percentuale di copia privata destinata a scopi sociali sugli incassi degli autori dell’audiovisivo attualmente in Italia NON (maiuscole loro) esiste. Vero. Infatti nella nostra petizione si parla di eventualità (“si dice…”) non tanto peregrina, perché ventilata ad ottobre e frequentata dai paesi europei a cui il nuovo decreto si dovrebbe ispirare per le tariffe.

Mai pensato, ovviamente, di intervenire sulle quote a scopi sociali (già obbligatorie per legge) degli AIE, artisti, interpreti ed esecutori, sul cui uso già decidono direttamente le loro associazioni/collecting e non la SIAE.

Se i 100autori leggono bozze di decreto che noi non leggiamo, e sono in grado di rassicurarci che non ci saranno quote di autori dell’audiovisivo destinate a scopi sociali, ben venga: ottima notizia. Se il caso li dovesse smentire, la nostra proposta al Ministro rimane in piedi.

2. La nostra petizione ribadisce che, come autori, “la copia privata” è un nostro diritto. Non abbiamo mai messo in discussione questo principio.

3. Noi non abbiamo nessuna intenzione di confondere chi legge su alcune questioni che – giustamente, concordiamo – i 100autori ritengono essenziali, ma su cui si dimostrano non informati.

– Gli autori dell’audiovisivo percepiscono il 30% NON del totale, ma della quota destinata all’audiovisivo sul totale della copia privata. Per verificarlo basta andare sul sito della SIAE, come noi nella petizione abbiamo correttamente indicato.

Ogni anno la SIAE incontra gli altri aventi diritto che distribuiscono la copia privata per conto proprio (e cioè le associazioni di produttori, le nuove e vecchie collecting degli AIE – artisti, interpreti, esecutori) e in questo incontro si decide collettivamente QUANTO della copia privata va al settore della musica e QUANTO va all’audiovisivo, sulla base, ovviamente, di alcuni riscontri.

A quest’incontro non partecipano i rappresentanti degli autori, neanche sotto forma di membri delle varie commissioni interne, perché SIAE ritiene suo compito rappresentarli direttamente tutti attraverso alcuni dirigenti (tra cui non ci risulta essere il direttore della sezione cinema, per esempio, ma saremmo felici di essere smentiti).

L’anno scorso, in questa riunione, è stato diviso il totale di copia privata al 50% tra la musica e l’audiovisivo. Quindi è ERRATO ciò che scrivono i 100autori.

– I criteri di ripartizione sono “necessariamente approssimativi” scrivono i 100autori. Noi abbiamo scritto nella petizione “un criterio forzatamente approssimativo”. Sull’approssimativo andiamo d’accordo.

I 100autori scrivono che i criteri di copia privata NON coincidono con quelli dell’equo compenso: vero. Ma solo perché i dati dell’equo compenso sono anch’essi incompleti, perché SIAE non ha contratti con tutte le TV e dunque non è in possesso di tutti i report.

Che si sia cercato di usare un correttivo è vero: i verbali della commissione cinema SIAE registrano il dato che WGI, come i rappresentanti delle altre associazioni, ha votato a favore dei documentari.

La stessa commissione cinema sa bene (e i 100autori avendo più di un loro membro all’interno dovrebbero sapere benissimo) che per i canali televisivi minori, compresi i digitali, ne sono stati selezionati alcuni ed ESCLUSI dal computo altri.

Resta, quindi, il fatto macroscopico che chi più ha, e ha in modo certo dall’equo compenso da art. 46bis, ha anche di più di copia privata.

Basta confrontare il più grande e il più piccolo dei versamenti della SIAE in proposito, per dimostrare come nasce la quota di copia privata.

Del resto, non sono gli stessi 100autori che scrivono in un altro comunicato stampa del 10 aprile 2014, sempre a proposito di copia privata, che “il compenso degli autori non può che essere collegato al successo e alla diffusione dell’opera”?

– Gli autori web-nativi non sono ancora tutelati. Questo i 100autori lo ammettono. Bene. Ci permettiamo di precisare alcuni ulteriori punti.

Youtube ha versato a SIAE minuscole quote di equo compenso già dal 2010 che NON sono state distribuite, proprio perché SIAE è in difficoltà.

Vogliamo qui dire pubblicamente che la Direzione della Sezione Cinema della SIAE e i suoi funzionari si sono dimostrati sempre squisitamente cortesi e apertamente collaborativi in proposito, e vanno ringraziati.

SIAE resta in difficoltà, non per colpe loro, ma perché il contratto con Youtube riguarda solo gli autori/partner pubblicitari e pone problemi di esecuzione seri, non solo tecnici: uno è quello di non premiare le opere pubblicate in modo illegittimo.

Precisiamo, inoltre, che è da luglio scorso (e non solo nelle prossime settimane) che la direzione e la commissione cinema stanno cercando una soluzione e che la sicurezza di poter distribuire a novembre non c’è. Sicuramente non si distribuirà il prossimo maggio.

Sul piano politico, non si tratta “solo” – come viene scritto nel comunicato – di contattare gli autori web-nativi e spingerli ad iscriversi alla SIAE, perché i web-nativi, se non hanno partnership con Youtube, al momento è in dubbio che possano essere titolari di equo compenso, e DUNQUE di copia privata.

Inoltre bisogna aggiungere che sul web, la SIAE non gode degli stessi diritti di monopolio come sulle altre piattaforme, perché sul web non viene riconosciuta a sufficienza la territorialità.

In più, 100autori non può ignorare, come noi non ignoriamo, l’aperta ostilità degli autori web-nativi nei confronti di SIAE.

Quindi, cari autori dell’audiovisivo, pensanti, autorevoli e capaci di giudizio critico, ricchi o poveri, la nostra petizione resta su Change.org

Noi vi invitiamo a firmarla e a farla firmare.

 

Writers Guild Italia