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Da Pitch2Drink a Pitch2Script

La rivoluzione degli indipendenti

Il 14 luglio 2016 si è tenuta la prima ed unica edizione di Pitch2Drink, organizzata da AGPCI – Associazione Giovani Produttori Cinematografici Indipendenti e WGI – Writers Guild italia.

L’esperimento ha dato i suoi frutti ed ora diventa sistema con Pitch2Script, una serie di tre incontri all’anno, dedicati rispettivamente alla serialità, ai progetti per le coproduzioni in lingua inglese e ai film, lunghi o corti che siano.

Il 14 luglio 2016 ha debuttato Pitch2Drink, un’iniziativa di WGI-Writers Guild Italia e AGPCI-Associazione Giovani Produttori Cinematografici Indipendenti che mette in contatto diretto sceneggiatori e produttori e che potrebbe rivoluzionare l’industria dell’audiovisivo in Italia.

Si dirà: dov’è la novità? Esistono già occasioni – mai abbastanza – per fare pitch.

La novità è che Pitch2Drink – che da dicembre cambia nome in Pitch2Script – non è un concorso: non c’è una commissione che seleziona i progetti, ma lo fanno direttamente i produttori.

Pitch2Drink (ora Pitch2Script) è il primo ingranaggio di un sistema, organizza i banchi di una trattativa dove si incontrano offerta e domanda, dove sceneggiatori e produttori accettano il rispetto di regole stabilite dalle associazioni di categoria.

Non si capisce ancora la differenza? Facciamo un passo indietro.

Si definisce pitch una breve esposizione di un progetto audiovisivo presentata da uno sceneggiatore ad un produttore. Il modello è americano e nasce dalla massima che il tempo è denaro, e che dunque se un autore non riesce ad interessare un produttore in dieci minuti, allora forse il progetto non merita la sua attenzione.

Gli 81 sceneggiatori che hanno presentato i loro 150 progetti al Pitch2Drink del 14 luglio hanno fornito in prima battuta una sinossi breve di massimo dieci righe, l’anima del progetto.

La brevità è un’arte e una dimostrazione di forza: non si riesce a condensare in poche righe un’idea debole…

I produttori coinvolti hanno così letto le 150 sinossi e ne hanno selezionato una decina ciascuno, quelle ritenute interessanti.

Contestualmente i produttori si sono impegnati con AGPCI e WGI a mantenere il massimo riserbo sui progetti e a procedere eventualmente a comunicarne il contenuto a terzi (ad esempio un broadcast o un possibile co-produttore) solo se in accordo con l’autore.

Vi sembra normale deontologia?  Sì, dovrebbe esserlo, ma, purtroppo in Italia non è la regola.

È stato così organizzato un calendario di incontri distribuiti nelle tre ore di una mattinata. In questo modo ai 19 tavoli delle 16 produzioni coinvolte, il 14 luglio 2016 sono stati discussi ben 228 pitch di 150 progetti diversi.

Gli autori, se richiesto, hanno consegnato un dossier più dettagliato del loro progetto ai produttori interessati.

A questo punto, come si dice, se sono rose fioriranno. Infatti, dopo aver discusso, condiviso e apprezzato un progetto, il produttore potrà chiedere di leggere anche un soggetto (o la sceneggiatura) con l’intenzione di opzionarlo.

Questa prassi garantisce che soggetti e sceneggiature non finiscano distribuiti in decine di copie, senza sapere esattamente a chi vengono consegnati, impedisce che vengano abbandonati sui tavoli, smarriti negli uffici o letti da chiunque.

Il soggetto di un progetto che partecipa al Pitch2Drink (o parteciperà al prossimo Pitch2Script) viene consegnato al produttore solo se già esiste un rapporto e un interesse reciproco. 

Questo è il primo modo di proteggere il diritto d’autore.

Perché la verità è che nel nostro Paese un’industria dell’audiovisivo vera e propria non esiste e quindi non esiste rispetto dei ruoli. Mancano alcuni presupposti. Uno fra questi è un vero libero mercato, un trattamento equanime per tutti quelli che che vorrebbero produrre per il cinema e la televisione. Così come uno dei maggiori problemi per gli sceneggiatori, soprattutto per quelli esterni al “giro”, è avere anche solo l’occasione di presentare la sua idea ad un produttore che possa farla sua e realizzarla.

Negli ultimi anni questa distanza è stata un po’ accorciata grazie anche a quegli esperimenti di pitch a cui abbiamo accennato.

Pitch2Drink è riuscito ad andare oltre.

Gli spettatori forse non sanno che sceneggiatori e produttori sono insoddisfatti dei prodotti del mercato italiano – fatte le dovute eccezioni – quanto tutti loro.

Ma davvero gli autori italiani non sono in grado di scrivere storie che possano appassionare il pubblico, e magari non solo italiano, ma anche quello internazionale?

Writers Guild Italia – il sindacato degli scrittori italiani di cinema, tv e web – e AGPCI, l’associazione dei giovani produttori cinematografici indipendenti, rispondono di no, hanno un’idea molto chiara del percorso da affrontare per contribuire a rendere competitivo il mercato nostrano sulla scena internazionale. Partono dalla consapevolezza che tanto al cinema quanto in televisione tutto nasce dall’idea e dalla storia, senza le quali semplicemente non esiste nessun film e nessuna serie, niente da produrre, niente da vedere.

Chi c’era il 14 luglio  ha commentato l’esperienza con entusiasmo e un po’ di incredulità, con l’impressione di trovarsi oltreoceano dove quello dello showbiz è un meccanismo ben rodato. E se il nostro sindacato degli sceneggiatori si chiama Writers Guild Italia non è per esterofilia, ma per una chiara adesione ai principi della maggiore union degli scrittori di cinema, tv e web al mondo, Writers Guild America, che di WGI è madrina.

I produttori, da parte loro, hanno molto apprezzato che un buon numero di scrittori padroneggiasse senza problemi l’inglese e che le idee spaziassero tra generi e modelli produttivi.

Un passo ulteriore Pitch2Drink l’ha fatto anche per garantire  l’accesso alla professione dei giovani sceneggiatori che grazie al Wivaio di WGI hanno potuto partecipare gratuitamente a questo loro battesimo del fuoco.

Scrive Alice Urciolo, che insieme a Stefano Annovazzi Lodi e Carlotta Veroni viene dal master RAI Fiction di Perugia: “Quello di giovedì è stato il nostro primo pitch “collettivo”. Speriamo che questo sia solo il primo di altri incontri del genere, che sono anche uno stimolo alla creatività e alla scrittura di altri progetti”.

Il suo collega Stefano invece ha scritto: “L’esperienza è stata positiva sotto ogni aspetto. Abbiamo avuto l’occasione di presentarci a case di produzione che altrimenti non avremmo mai raggiunto. È poi stato molto stimolante essere circondati da tanti altri sceneggiatori (che spero di conoscere meglio in futuro) senza dover respirare l’aria pesante e competitiva che ho trovato altrove. Abbiamo consegnato i nostri dossier e ora non ci resta che incrociare le dita per sviluppi ulteriori”.

E ancora Teresa Pasquini che frequenta l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico: “Il mio entusiasmo iniziale non è stato tradito dall’evento, anzi rispettato e rinforzato. Credo che questo sia molto importante e raro da trovare per noi giovani. Mi sono sentita parte di qualcosa di grande, stimolante e ancora in buona parte sconosciuto per me. Sono uscita col sorriso e una nuova consapevolezza in tasca”.

Ma non finisce qui. Caratteristica di un’industria è la continuità, quello che garantisce alla macchina di non fermarsi mai. Così Pitch2Script – che fa seguito a Pitch2Drink –  promette edizioni regolari, appuntamenti trimestrali.

Il mercato delle idee è ormai aperto e pronto a rinfrescare anche i palinsensti tv italiani e – perché no? – internazionali.  

Appuntamento al 12 dicembre per PITCH2SCRIPT – SERIES l’edizione riservata ai progetti di serialità televisiva.

Umberto Francia

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