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Il teatro a Roma c’è e si sente. Anche attraverso la BOTTEGA TEATRO ATTIVO, una nuova scuola triennale di formazione teatrale che si ispira alle grandi scuole anglosassoni. Ne parliamo con Franca De Angelis, socia WGI.

 foto Franca De Angelis

IL TEATRO NON CHIUDE BOTTEGA

Franca, poiché non tutti i soci WGI ti conoscono, che ne dici di presentarti con un pitch su di te?

Ho cominciato con il teatro, facendo l’attrice e l’aiuto regia. Poi sono passata allo schermo e da molti anni lavoro come sceneggiatrice, soprattutto per la televisione. Negli ultimi anni ho sentito il bisogno di riprendere il controllo degli esiti della scrittura e più in generale del processo creativo. Così sono tornata a scrivere per il teatro. E assieme ad alcuni amici e colleghi abbiamo messo su la Bottega Teatro Attivo.

La domanda te l’avranno fatta in tanti: Roma ha bisogno di un’altra scuola di teatro, l’ennesima?

Secondo noi, sì. Perlomeno di questo tipo di scuola, sì.

Noi, cioè voi, i fondatori. Tu, Anna Cianca, Mirella Mazzeranghi, Tiziana Sensi ed Evelina Meghnagi. Fondatori e insegnanti. In particolare, tu insegnerai drammaturgia. Ma cos’ha di speciale la vostra scuola, di diverso rispetto alle altre?

La sua specificità è già nel nome: Bottega Teatro Attivo. Ogni parola ha un senso e s’associa a un’esigenza.

Bottega…

… perché partiamo con l’ambizione di mettere su una compagnia e trovare uno spazio stabile ove fare gli spettacoli. Colmando così una lacuna che riscontriamo da anni nei giovani attori che vediamo nei provini, cioè la distanza dal palco.

Teatro…

… be’, perché qui si parla di teatro, non di cinema e televisione. La buccia e la polpa di questa scuola è l’amore per il teatro. Chi vuole recitare esclusivamente per il cinema e la televisione – cosa legittima, sia chiaro – è meglio che si rivolga altrove.

Attivo…

… perché vogliamo combattere la passività di cui sono vittime tanti amici, colleghi e allievi. Oggi l’attore ha smesso di proporre e proporsi. Vive in eterna attesa dell’audizione, ostaggio di un sistema che di meritocratico ha ben poco. Ma aspettare troppo a lungo distrugge la volontà. Vogliamo invece che i nostri allievi facciano, agiscano, propongano e si propongano. Oggi un attore può inventare lavori e fonti di reddito. Serie web, nuove forme di recitazione, spettacoli per bambini e per convention aziendali, e altro ancora.

Oltre che naturalmente le tradizionali vetrine della TV, del cinema e appunto del teatro.

Naturalmente. Ma l’importante è fare, fare, fare, che è infinitamente meglio che…

… che aspettare e rodersi il fegato. A proposito di fegato, cioè di organi e organizzazione della scuola…

La scuola dura tre anni. Questo è il primo anno, da novembre 2014 a giugno 2015. Ogni settimana sono previste trenta ore di lezione: diciotto in aula e almeno dodici di prove.

Prove per gli spettacoli?

Sì, ogni anno gli studenti mettono in scena tre spettacoli. Perché salire sul palco e recitare davanti a una platea è l’unico modo per neutralizzare la famosa paura del palcoscenico e per compiere uno scatto di qualità. Da autrice e insegnante lo vedo subito: basta una decina di repliche e il ragazzo si trasforma, come neanche dopo tre mesi di lezioni teoriche – che pure sono indispensabili, sia chiaro.

Ma torniamo all’insegnamento del primo anno.

Il primo anno è denso di materie di base, mentre nel secondo e nel terzo si arricchisce di corsi più specifici, tra i quali Recitazione in Inglese, tenuto dalla bravissima Julie Clare, che normalmente lavora a Londra.

Londra, quindi il nord Europa, la tradizione anglosassone.

È quella a cui ci ispiriamo, lo dichiariamo fin dall’inizio.

Tra l’altro Julie Clare porta in Italia una novità assoluta per il nostro Paese.

Sì, il Musical Improvvisato. Altra chicca per i nostri studenti.

Ecco, gli studenti. C’è ancora posto per iscriversi?

Certo. E abbiamo due audizioni nei prossimi giorni. Una il 14 ottobre e l’altra a fine mese. Gli aspiranti allievi, va notato, sono ancora in tempo per candidarsi per le quattro borse di studio messe in palio, due totali e due parziali. Finora curiosamente nessuno ne ha richiesto una. Ma ci sono e saremmo contenti di assegnarle a chi se le merita.

Chiudiamo passando dal generale al particolare. Scuola a parte, i tuoi progetti di scrittura?

Intanto c’è lo spettacolo teatrale Sissy Boy di ritorno a Roma. Poi un film TV per la Rai, Condominio occidentale, diretto da Porporati e interpretato da Cristiana Capotondi. E, di nuovo per il teatro, ho in mente due nuove cose su fecondazione assistita e mobbing.

In bocca al lupo alla tua scrittura e alla vostra scuola da parte di tutta la WGI.

 Intervista a cura di Andrea Zauli

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