Principi Condivisi Netflix

Nel merito e nei contenuti

Provando a fare un confronto tra un prima e uno dopo rispetto alla diffusione di questi nuovi Principi, e concentrandoci sui punti che hanno destato maggiori perplessità, potremmo capire meglio da dove veniamo, dove siamo e dove stiamo andando.

Ieri…

con le “Linee Guida Netflix Produttori”:

1) nessuna previsione che configurasse o definisse i creatori della serie né tantomeno i loro specifici diritti;

2) nessuna garanzia su definizione dei crediti e posizionamento dei titoli;

3) facoltà di risoluzione e di recesso senza alcuna penale a suo carico;

4) per i registi: final cut al produttore e diritto del produttore di richiedere modifiche, emendamenti, adattamenti e/o correzioni, modificando l’opera anche contro la volontà del regista, escludendolo dalla lavorazione finale.

5) obbligo di non commettere atti che possano gettare “discredito”, non meglio specificato, su produzione/cessionari/licenziatari, pena licenziamento, col rischio di venire accusati di qualunque cosa a discrezione del produttore.

6) presenza della cosiddetta “clausola morale”, per cui era richiesto agli autori di rinunciare ai propri diritti morali, oltre che a quelli di sfruttamento dell’opera.

E altro…

… oggi…

con i “Principi Condivisi”:

  1. Per la prima volta riconosciuto, almeno tra le realtà europee, il credito di “created by” per i creatori di un’opera. Si tratta di una conquista senza precedenti, che Netflix da adesso riconoscerà agli autori intestatari dei documenti definiti come “generatori” di quell’opera. E’ un precedente che le associazioni stanno già cercando di usare per ottenere lo stesso anche dagli altri broadcaster che non lo hanno mai riconosciuto.
  2. Maggiori garanzie sui titoli on screen e sul pressbook, credit sceneggiatura subito dopo regia.
  3. Limiti sostanziali alla facoltà di recesso che, vogliamo chiarire, esiste per legge nel nostro codice civile (art.2227). Dunque il fatto che un agente ottenga di non avere la clausola di recesso esplicitata nel contratto, non significa affatto che il produttore non possa esercitarlo, dal momento che il recesso non è giuridicamente cancellabile. Ora che è stato negoziato, però, ci sono dei limiti temporali entro i quali il produttore può esercitare il recesso, nonché delle garanzie di pagamento del maturato che prima veniva nella maggior parte dei casi semplicemente non corrisposto.
  4. Obbligatorietà di condivisione con il regista delle modifiche richieste sul final cut, da concordare con lui e da proporgli di effettuare anche qualora non si raggiunga l’accordo su di esse.
  5. Pagamento dovuto per intero alla terza revisione, anche se dovessero esserne richieste altre, e differenziazione tra revisioni e riscritture: queste ultime sono per la prima volta quantificate in termini economici.
  6. First opportunity: esistente dal 2021, stabilisce che Netflix deve offrire la seconda stagione agli autori della prima, cosa che prima poteva avvenire a sua discrezione. A quel punto, a seconda di quando viene comunicata l’offerta (e ora i termini sono molto più brevi di quelli previsti in precedenza), l’autore è tenuto ad accettare alle condizioni predeterminate, ovvero può non accettare se la proposta gli arriva oltre il termine pattuito. Inoltre si fissa una percentuale di incremento economico per la stagione successiva (+ 5%) che prima era pari a zero. Come sempre chi riesce può negoziare al rialzo.
  7. Precisazione di norme di comportamento esplicite e focalizzati sui rapporti di lavoro, che rimandano a precisi codici condivisi e sempre condivisibili, relativi a ogni forma di discriminazione, frode, violenza e in generale a qualunque comportamento che possa creare un ambiente di lavoro ostile, intimidatorio, degradante o umiliante.
  8. Eliminazione della cosiddetta “clausola morale”. Bisogna precisare che si tratta qui di una conquista formale, ma importante come segnale di distensione nel dialogo: perché detta clausola era infatti mutuata dall’America, e comunque inapplicabile per la legge italiana, nella quale i diritti morali sono inalienabili. Ma essendo presente nei contratti, nel caso Netflix volesse farla valere bisognava opporsi, e avvalersi di un avvocato.

… e domani

Puntiamo ad alzare i minimi!

A omettere che i creatori non possano essere più di tre (ma almeno la prassi ci dice che, se 3 è il numero oltre il quale – solitamente – non si va, ogni qual volta si sia superato questo numero nessuno sia stato “fatto fuori” da un contratto).

A eliminare il limite massimo nella quantificazione delle riscritture.

A mettere nero su bianco che i titoli per gli autori non possano essere “skippabili”…

… e in generale miriamo a continuare il percorso, a migliorare sempre di più le condizioni lavorative degli autori, e faremo tesoro di tutti i suggerimenti e le criticità emerse.

Il board WGI e il direttivo100autori