Perché Guild? Il primo gruppo di sceneggiatori nel mondo che ha fatto squadra e si è legato in associazione per opporsi a una riduzione dei compensi ha scelto proprio questo nome: Screen Writers Guild. Era il 1933. Erano soltanto in dieci. Lavoravano ad Hollywood. E’ un primo buon motivo.
Ce n’è un secondo, tutto italiano. Nella Firenze del Trecento, le gilde erano le Arti, maggiori e minori e hanno dato vita a un periodo straordinario sia artistico che economico, quando pittori, scultori e poeti non avevano paura di definirsi artigiani, quando un prodotto veniva commissionato e realizzato da una bottega. Un mondo che sentiamo vicino al nostro modo di creare. L’etimo guild (in italiano, gilda) era nato infatti per definire un tipo di associazione, sorta in Inghilterra, con lo scopo di mutua difesa, di assistenza religiosa e di vendetta. In seguito, le gilde si sono sviluppate in senso mercantile e artigiano, in Francia, Italia, Germania e Paesi Bassi, divenendo elementi regolatori nei rapporti di lavoro, professionali e commerciali. La Writers Guild Italia, intende essere una coalizione a carattere sindacale di scrittori professionisti, e crede che la creazione di regole condivise sia la condizione prima per uno sviluppo economico della propria categoria.
Perché questo LOGO
Le Arti e le Gilde medievali adoperavano figure araldiche, che simboleggiavano forza, orgoglio e dignità.
In molti loghi delle associazioni di scrittori ricorrono, invece, pennini e calamai. Sono i simboli della rassicurante figura dell’artista poeta, chiuso nella sua stanza, illuminato dal proprio spirito, ricco di suo o destinato alla miseria. E’ quello che pensano di noi i nostri detrattori, quelli che sono d’accordo sulle elemosine alla creatività, ma puntano i piedi su una formalizzazione di contratti e compensi.
Penne e calamai non fanno per noi. Vogliamo industria, forza e orgoglio. Ci siamo rivolti a un professionista autorevole, che ha disegnato il marchio della WGI, con questa descrizione: Pagine stilizzate intrecciate a formare una fitta trama che è anche trama narrativa, tessuto che unisce e sancisce lo Statuto della Guild. Le pagine aperte sono composte da sei “W” (writers) poste una sull’altra, e specchiate verticalmente, come simbolo dell’insieme degli scrittori.
Noi ci abbiamo visto anche dell’altro: un tatuaggio tribale, il ritmo sinusoidale delle linee dei personaggi e l’infinita ripetitività del tutto come nelle serie tv e nella vita che raccontiamo.
100% PROFESSIONISTI
Possono divenire soci della WGI, recita lo Statuto, esclusivamente “quanti svolgano effettivamente l’attività di scrittori, sceneggiatori o autori di opere destinate all’industria audiovisiva”.
Effettivamente, vuol dire che il singolo socio deve puntare sull’attività di scrittore come fonte di reddito, e che questo deve essere dimostrabile attraverso contratti di cessione diritti o prestazione d’opera, o attraverso la diffusione su web, tv o sale cinematografiche di opere audiovisive di cui si viene riconosciuti autori, con compensi anche soltanto di partecipazioni agli utili. Non importa che la scrittura sia esclusiva fonte di reddito: importa che la propria attività non venga considerata un hobby, ma un lavoro, seppure secondario. Basta, quindi, un solo contratto, o una sola opera diffusa, ma questa ci deve essere.
Siamo un sindacato, non un’associazione culturale. Il nostro core business sono i contratti, i compensi, le condizioni di lavoro. Sta certamente alla WGI, cercare di aumentare e rendere più trasparenti le occasioni di inserimento nel lavoro, per chi inizia la professione, ma sta al singolo dimostrare di poter essere davvero uno sceneggiatore.