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WGI: mancati diritti d’autore ad artisti russi, SIAE ci ripensi

Comunicato stampa

Lo scorso 1 marzo, il Presidente della SIAE ha emesso un comunicato con il quale dichiarava, come reazione all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, di sospendere i rapporti con le società di collecting russe e quindi di non versare somme agli autori russi e non incassare quelli degli autori italiani raccolti in Russia.

La Writers Guild Italia, sindacato degli sceneggiatori italiani, esprime la propria sorpresa e il proprio dissenso di fronte all’iniziativa presa dal Presidente della SIAE Giulio Rapetti di sospendere il pagamento dei diritti d’autore agli editori, autori e artisti russi e lo invita caldamente a tornare su questa decisione.

Lo stesso Rapetti ammette nel comunicato stampa con cui l’1 marzo ha annunciato la sospensione “Siamo consapevoli che è un’azione forte e senza precedenti nella storia recente di SIAE. Vogliamo sottolineare però che non si tratta di una presa di posizione contro gli autori e gli editori russi, che non hanno alcuna responsabilità con riferimento a quanto sta accadendo, ma è un’azione con cui vogliamo manifestare la nostra contrarietà a qualsiasi tipo di guerra”.

Da autori, riteniamo che l’unico modo per manifestare la contrarietà alla guerra è sostenere le voci della pace, della creatività e della condivisione delle culture e dunque le vite stesse degli artisti legate al diritto d’autore. Togliere questo sostegno equivale non solo ad aprire un fuoco indiscriminato, ma probabilmente a mettere in difficoltà proprio le voci del dissenso contro il regime di Putin.

Conosciamo tutti i nomi degli scrittori, dei registi e in generale tutti gli artisti che in questi anni – anche a rischio della loro stessa vita – non hanno mai taciuto e hanno continuato con le loro opere a raccontare cosa avviene in Russia e a parlare, in forma metaforica o concreta, contro il regime instaurato dall’inamovibile presidente Putin. Basti pensare alla persecuzione del gruppo punk rock Pussy Riot e all’omicidio della giornalista e scrittrice Anna Politkovskaja, per citare solo gli esempi più noti di cosa vuol dire esprimere le proprie idee in quel Paese.

Proprio in nome della consapevolezza espressa dal Presidente di SIAE, vorremmo che il rifiuto della guerra in corso sia veicolato dalla nostra Società di Collecting, a cui la maggior parte dei soci della WGI è iscritta e da cui vorremmo sentirci rappresentati anche in questi frangenti, in altro modo: sostenendo, per esempio, iniziative che amplifichino le voci degli artisti russi contro il conflitto e contro il regime.

Ci chiediamo cosa abbia spinto il nostro Presidente a un tale passo, che è un precedente pericolosissimo, perché negare un diritto a qualcuno solo per la sua nazionalità apre scenari di discriminazione e limitazione della libertà di espressione che – da autori – non possiamo tollerare.

Ci auguriamo che anche gli organi eletti dai soci SIAE – dalle Commissioni Consultive, al Consiglio di Sorveglianza, fino al Comitato Direttivo presieduto da Giulio Rapetti – e il direttore Gaetano Blandini vogliano condividere questa nostra posizione e accogliere il nostro accorato appello.

Il Board della WGI