Scrittori a Lille

Series Mania 05

KEYNOTE HBO

Come è nato White Lotus? Conoscevamo Mark White. E durante la pandemia cercavamo un luogo dove poter realizzare un’intera serie con un piccolo gruppo di persone senza dover viaggiare in troppi paesi. E quindi lì Mark ha portato la sua visione alla vita. Del progetto ci è piaciuto molto usare dei nuovi attori – o usare degli attori già esistenti ma con una “different light”, una prospettiva diversa.

Per quanto riguarda The Last of Us? Abbiamo voluto sganciarci dall’essere un semplice adattamento da un videogame. La serie doveva essere una cosa a se stante. E io adoravo Craig Mason e il lavoro che aveva fatto su Chernobyl. E quindi quando lui ci ha proposto lo show abbiamo detto di sì. Le relazioni che instauriamo con i talenti creativi sono per noi di fondamentale importanza. E per noi è importante trovarci bene con gli sceneggiatori e i creatori già dalla fase di sviluppo in poi. Che poi la serie arrivi o meno alla green light, è un problema successivo.

Quale è il vostro DNA? Creare del contenuto che va oltre i confini e le barriere esistenti. Siamo sempre stati un network a pagamento, siamo quindi stati costretti a creare del contenuto che fosse Premium – proprio come è “premium” il prezzo che la gente paga per vederci. I nostri show sono unici, interessanti per tema, o anche solo strani. Non c’è un unico aggettivo per definirli. Per quanto riguarda HBO Max invece vorremmo fosse una piattaforma che può dare del contenuto in base a qualsiasi mood che lo spettatore possa avere.

Quanto è importante per voi fare contenuti anche non in lingua inglese? Produciamo da molto tempo già in giro per il mondo. Ma prima la nostra divisione nazionale e quella internazionale erano separate. Adesso invece stiamo coordinando la nostra programmazione e i nostri investimenti a livello globale. E stiamo avendo degli ottimi risultati. Ma è comunque ovvio che i capolavori, gli show di successo alla Squid Game non possono essere “ingegnerizzati” / creati artificialmente.

Come funziona il vostro processo di Commissioning? È un processo iterativo. Pensiamo da subito al futuro e a quando usciranno i nostri prodotti. Per creare un mix organico di prodotti. Però a volte, se abbiamo uno script eccezionale, lo produciamo a prescindere. Il modo migliore per raggiungerci è attraverso un agente. Lavoriamo moltissimo con gli agenti – e coltiviamo la relazione con loro. Rimaniamo affascinati quando troviamo degli scrittori che non hanno soltanto costruito una storia – ma che davvero conoscono quel mondo che hanno creato meglio di qualsiasi altra persona.

La vostra maggiore ansia? Continuare a produrre show unici come negli ultimi 50 anni, continuare ad essere all’altezza di noi stessi. La nostra competizione è quella con il nostro track record.

Selene Favuzzi
Board WGI