Scrittori a VeneziaWriters
La Writers Guild Italia è nata con il preciso intento di valorizzare e di far rispettare, sotto ogni aspetto, il lavoro professionale degli sceneggiatori e quindi anche la loro immagine pubblica. La sezione SCRITTO DA, sotto l’egida di WRITTEN BY, la prestigiosa rivista della WGAw, raccoglie e diffonde la voce degli sceneggiatori italiani, per tentare di supplire alla grande disattenzione con cui gli scrittori vengono penalizzati dalle comunicazioni dei festival e degli organi di informazione.

 

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SCRITTORI A VENEZIA

Writers Guild Italia (WGI) incontra gli sceneggiatori italiani presenti con le loro opere
alla 70° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (28 agosto-7 settembre 2013).
 
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GINO CLEMENTE

Gino Clemente ha scritto La mia classe con Claudia Russo e Daniele Gaglianone (regista). Il film partecipa alle  Giornate degli autori – Venice Days organizzate da Siae, Anac e 100Autori e verrà proiettato oggi, 2 settembre 2013, alla Sala Darsena.

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Gino, sappiamo che si tratta di un film piuttosto inconsueto, difficile da raccontare. Te la senti di farci un pitch di quattro righe?

Proviamo: La mia classe è la storia collettiva di una classe di emigranti e stranieri che imparano l’italiano, ma non si tratta di un semplice film di finzione. C’è un coro di voci che portano sui banchi di scuola (della finzione), i vissuti personali e le vicende (reali) di veri studenti stranieri insieme a quelle del loro insegnante (interpretato da Valerio Mastandrea); ma anche del regista e della troupe che entrano ed escono di scena in un incrocio di esperienze e di ricerca della verità nella finzione.

Interessante. Il progetto ricorda vagamente quello di Entre le murs, vincitore nel 2008 della Palma d’oro a Cannes anche se lì la vicenda era ambientata in una scuola media. Torniamo a noi: la storia dell’idea: da chi è nato il soggetto, come è stato condiviso con regista e produttore?

Avevo da tempo idea di scrivere una storia su dei ragazzi immigrati ,che vogliono integrarsi… Un giorno, quando Claudia Russo mi ha chiesto di scrivere con lei, le ho detto: “Ok, scriviamo una storia su una classe di immigrati che vuole imparare l’italiano…” poi Claudia ne ha parlato con una sua amica, che lavora come assistente di un produttore, e cosi tutto si e sviluppato molto velocemente… Con Daniele, il regista, c’è stato subito feeling. La trama del film era ispirata alle vite dei nostri studenti. Ma ad un certo punto la realtà con cui siamo entrati in relazione ha preso il sopravvento e il film si è trasformato.

Quali sono i punti di forza di questa storia?

I punti di forza sono certamente la verità del racconto, le storie reali di questi ragazzi, e, per quanto possa sembrare banale rilevarlo, l’attualità dell’argomento.

A quale pubblico pensate di rivolgervi?

Non è certo un film che sbancherà al botteghino, ma mai dire mai. Sicuramente ci rivolgiamo ad un pubblico attento e sensibile e che ami le storie reali.

La tua avventura professionale con questo film.

Non si è trattato di una vera e propria avventura. Anzi, direi che il percorso è stato abbastanza agile e tranquillo, nessuna problematica particolare… Considerando le difficoltà in cui normalmente si lavora, è già un piccolo successo.

Pensi di essere riuscito ad esprimere ciò che volevi in questo film?

Sì, penso che alla fine il mio lavoro sia stato rispettato e ho potuto esprimere le mie idee liberamente, in collaborazione costante con il regista.

Vai a Venezia? Ti ha invitato il festival? Ti ha invitato la produzione?

Vado a Venezia, la produzione del film (Gianluca Arcopinto per Axelotil film, Kimerafilm, Relief, in collaborazione con RaiCinema, n.d.a.) mi ha invitato in quanto sceneggiatore.

Cosa significa, in concreto, per uno sceneggiatore come te avere un suo film al festival di Venezia? E quale ruolo hai o pensi che dovrebbe avere nel sistema produttivo chi fa il nostro mestiere?

Avere un film in un festival così importante è sempre un piacere, un riconoscimento del proprio lavoro. Io il mio ruolo già ce l’ho… Credo sia un ruolo importante anche se in Italia spesso veniamo un po’ bistrattati una volta firmato un contratto.

Bistrattati da chi?

Be’, a volte, nonostante ci sia un contratto firmato e controfirmato, i produttori fanno un po’ quello che vogliono: cambiano le carte in tavola, si sostituiscono agli scrittori, cose così… Ma non è stato questo il caso, per fortuna.

Non c’è un Leone alla sceneggiatura, ma solo un  premio anonimo benché conferito dalla stessa giuria dei Leoni. Che ne pensi?

È un peccato che in un Festival così importante il riconoscimento alla sceneggiatura sia messo in secondo piano rispetto agli altri premi perché un film non esiste senza una buona sceneggiatura, e questo in troppi se lo dimenticano.

A tuo avviso, al momento, c’è un nesso tra l’attuale offerta cinematografica italiana e la funzione riconosciuta agli sceneggiatori?

Purtroppo in sala si vedono ancora pochi film italiani, e questo è un problema dovuto anche alla distribuzione. Quelli che riescono ad arrivare in sala spesso non ottengono il successo di pubblico che meriterebbero, ma credo e spero che questo trend cambierà… Deve cambiare! È un momento in cui ci sono pochi soldi e allora non ci resta che lavorare sulle idee. Inventare storie è il mestiere più bello che ci sia, ma è anche necessario che ci siano determinate condizioni per farlo al meglio.

Se potessi cambiare qualcosa di questo mestiere, cosa cambieresti? Come dovrebbe essere il mestiere di sceneggiatore in un Paese normale?

Dovremmo avere come in America, ma anche come in Francia e in Inghilterra, una categoria unita e solidale. È chiedere troppo?

Non dobbiamo chiedere niente a nessuno, ma lavorare con tutte le nostre forze perché questo si realizzi. Mi fa piacere che tu sia perfettamente in linea con i principi e gli obiettivi della WGI.

L’intervista è a cura di Aaron Ariotti.

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Gino Clemente has written La mia classe ( My class) with Claudia Russo and Daniele Gaglianone (the director). The movie competes in the section Giornate degli autori – Venice Days.

Let’s go. A four lines pitch.

 A bunch of immigrants take classes in Italian. A chorus of voices which bring into the school (fiction) the true stories (reality) of real foreign students and of actor Valerio Mastrandrea who plays the teacher. But also the true stories of the director and of the crew who come in and out of the set, in search of truth within fiction,  which actually is the real core of the story.

Where did you you get the idea for your story? How was your professional adventure in this film? Did you feel that your professional competence has been respected by the director and the production

I wanted to write a story about young immigrants who want to integrate. Claudia Russo and I decided to write about a class of immigrants who learn Italian. Then she spoke with a producer and everything started quite easily. The director and I we were  immediately tuned. My work has been considered as it deserved and I could express myself freely. Considering the problems we scriptwriters usually have to face  it has been a small success.

Which are the key points of the story and why do you think it works? And  what kind of audience is your target?

The true stories of these youngsters give an incredible strength to the movie. And also the last dramatic current events – the exodus of thousands of immigrants who land in Italy . We are aiming at an audience who cares and likes true stories.

Do you go to Venice? Did the Festival invite you? Or the producer?

Yes, I do. Invited by the producer. (Gianluca Arcopinto for Axelotil film, Kimerafilm, Relief,  together with in RaiCinema.)  To have your film in Venice is something special, a recognition  of your work.

How scriptwriters are considered by the Italian production system? And how is the Italian cinema?

Our work is important. But in Italy, once you have signed your contract, we are mistreated and producers start to behave as they like: they rewrite your script, they shift one‘s ground, things like that. Thanks God it  did not happen with my film.  The Italian Cinema?  Very few Italian films run in the cinemas. It’s distribution fault. This trend must change!   There is  very little money around so we have to work on ideas. To create stories is the most beuatiful job in the world but to do it at your best certain indispensable conditions are needed. And a writer wants his film on the screen!

How should the scriptwriter job be in a normal country?

Our category, as it is in the US , in GB and also in France, should be united and stand by fellow writers. Am I asking too much?

No, you are not. This is the main goal of Writers Guild Italia. 

La sintesi dell’intervista e la sua versione in inglese sono a cura di Jean Ludwigg.