Il bollettino dello scrittoreVenezia

Bollettino n. 3

Andrea Vernier,  sceneggiatore e socio della Writers Guild Italia, osserva e vive, dal nostro particolare punto di vista di scrittori, gli eventi della 82. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia (27 agosto – 6 settembre 2025)

Capita. Che il suono dica quello che l’occhio non sa vedere – come se il cervello scegliesse di non valutare quello che saremmo già in grado di capire.

Ad ogni modo me l’aveva detto. Lei, la barca. Il suono dei filamenti di legno che si spazzavano era stato netto. Non ci avevo dato peso. Avevo scelto.

Si, avevo visto cosa accade. Ma non era mai capitato a me.

Poi l’albero ha voluto essere più chiaro e ha parlato nuovamente, questa volta con voce di dio – che era del mare e del vento assieme.

Ho messo la prua al vento, ho tirato giù tutto.

La laguna sud era bellissima, al solito. Un arcipelago di isolette sospese in un miraggio.

La fenditura tatuava orizzontalmente l’albero come una smorfia accartocciata. Il sorriso della morte.

Ero stupefatto.

Il vecchio fuso di pino ospitava burroni verticali da anni. Profonde e oscure crepe. Minacciose. “il legno respira!”  mi avevano sempre detto i maestri d’ascia (che costruiscono queste barche). In effetti si; quelle profondissime rughe che si aprono nel legno sono il lavorio del tempo.

Ma sono ferite verticali. Non orizzontali – come adesso si mostravano sull’albero ormai abbattuto, vinto dalla fatica.

Ecco.

In teoria avrei dovuto sentire e sapere. E invece.

E’ che è tutto difficile. In quelle situazioni, certo. Ma sempre, ecco. Troppi rumori, troppe informazioni, troppe scotte da tenere in mano mentre il vento tira. Sono tutte scelte.

Non possiamo portarci tutto dietro. Non possiamo processare tutto. Capire tutto.

La Mostra, poi, è una corrente fortissima, che porta via. I film ormai si susseguono; sguardi, paradigmi. Arrivano ragionamenti nuovi, come marea entrante. Bisogna scegliere – che rumori preoccupati ascoltare, che cime tenere in mano per non scuffiare. Che rotta intraprendere.

La navigazione a vista ha bisogno di riferimenti visivi. A volte vanno bene perfino le nuvole, pur nel loro mutare. A volte qualcosa che galleggia. Quando si è fortunati, punti fissi. Isole.

E’ così che ho scelto.

***

Ci sono cose che restano e cose che passano.

E’ dall’epoca Lizzani che si parla della “crisi del cinema italiano”. Non so se catalogarlo tra i punti fissi e immutevoli, o tra quel che la corrente porta e addensa, fino a farne un ammasso spesso quanto un continente. Come che sia, c’è; questo è il punto.

Il lungo anno trascorso lo abbiamo riempito di assemblee, dibattiti, sondaggi. Nulla ci è sembrato facile. Diritti, posto di lavoro, identità – solo per dare qualche tema.

E’ come se si fossero saldati – nelle nostre infinite discussioni – gli anni di post covid, la sofferenza sui finanziamenti, sulle regole da condividere, sulla percezione di perdita di mondi conosciuti.

Perciò ho ragionato su questo – incrociando parole e pensieri con chi si è speso, con chi ne sa di più. In questi giorni, quando possibile, cercherò di far emergere alcune riflessioni al riguardo. Sono ragionamenti – non sui dati, ma sul sentito. E’ come la differenza tra temperatura percepita e reale. Il vento addosso, l’acqua sospesa nell’aria che si appiccica addosso…; tra il dato neutro e il vissuto fisico ci possono essere grandi differenze. Quale dei due è la realtà?

Che poi: la realtà. Siamo immersi non nei fatti, ma nella narrazione dei fatti. Ed eppure, all’origine di questa marea inarrestabile di punti di vista raccontati, esistono effettivamente dei fatti. E il momento storico che stiamo vivendo contiene dei fatti talmente difficili da affrontare, da mandarci in frantumi. Questi fatti sono il peggiore dei segni sullo scafo: le guerre. Le guerre distruggono tutto – a cominciare da questa complicata e delicata barca in cui tutti noi siamo, chiamata società aperta. La guerra è arrivata tra noi da alcuni anni in modo più presente. Ultimamente ne siamo travolti. Tra di noi – tra tutti noi – si è infilato un disagio, un freddo.

Questo disagio mi è parso un ostacolo nella notte, affiorante e pericoloso, perché non è chiaro. Ma ne avverti il pericolo mortale: se ci sbattiamo contro, affondiamo.

Serve luce, serve cautela. Bisogna provare a capire, se possibile. Cercherò quindi dei confronti attorno ai temi di questi conflitti. Senza sapere se e quanto troverò. Ma cercherò.

Eccoli i punti con cui orientarsi nella notte.

Non so come, ma sono in relazione tra loro. A vederli in controluce, nel oscura luce della notte, paiono un arcipelago.

Il nostro.

Testo e foto di Andrea Vernier
Inviato WGI a Venezia

Il bollettino dello scrittore – I report dell’inviato di Writers Guild Italia (WGI) dalla 82. Mostra internazionale d’Arte Cinematografica (27 agosto – 6 settembre 2025).