Campagne WGI

Le nostre sceneggiature a Los Angeles

Lo scorso 13 novembre,  Franklin Leonard, fondatore di The Black List, ha annunciato la partnership con la Writers Guild Italia. E’ un’occasione straordinaria. Protagonista di questo accordo è stato il nostro portavoce a Los Angeles, David Bellini. 

Caro David, è grazie alla tua attività di portavoce di WGI  a Los Angeles se possiamo offrire ai nostri soci un’occasione importante di ingresso nel mercato USA. Stiamo parlando del sito The Black List. Prima domanda: la “lista nera” è un titolo che fa pensare a un elenco di reietti, di esclusi. Ci racconti la storia di questo nome?

In tutta onestà, non sapevo perché fosse stato scelto questo nome. Ho sempre pensato, pigramente, che fosse un nome piuttosto azzeccato. In fin dei conti, quanti di noi si sentono poco considerati, se non, addirittura, ingiustamente esclusi, emarginati… Comunque, ho girato la tua domanda a Franklin Leonard, fondatore e amministratore delegato di The Black List, il quale mi ha rivelato che la scelta ha una duplice chiave di lettura. In primo luogo, si è pensato di fare riferimento alla Hollywood Black List dell’era McCarthy. Inoltre, si è voluto invertire l’assunto secondo cui “black”, il colore nero, debba connotare qualcosa. In sintesi, la loro intenzione era di rendere omaggio agli sceneggiatori discriminati nell’era della Black List e creare, finalmente, una lista nera di cui la gente avesse voglia di far parte.

The Black List è la piattaforma più importante di scambio tra scrittori, registi e produttori, ed è un sito privato. Quindi, diciamo, che si entra pagando un biglietto d’ingresso mensile: gli sceneggiatori pagano per poter far leggere le loro opere, i produttori per leggere. Ci spieghi meglio come funziona?

È semplice: chiunque abbia una sceneggiatura di un film o di un pilota TV, che ancora non sia stata considerata, letta, e tantomeno venduta, e pensa che possa essere interessante per il mercato statunitense, ma anche, più in generale, per il mercato internazionale, ha finalmente un posto, diverso dal cassetto della propria scrivania, dove tenerla. Peraltro, nessun produttore verrebbe a curiosare nel nostro cassetto.

Su The Black List, invece, produttori, dirigenti di rete, agenti, e show-runners, nonché ovviamente i loro assistenti e lettori, fanno capolino ogni giorno in cerca di qualcosa di nuovo ed interessante.

The Black List consente ai professionisti dell’industria cinematografica e televisiva di Hollywood di trovare esattamente il materiale che stanno cercando, e permette agli sceneggiatori di mettere il proprio materiale migliore a loro disposizione. Chiaramente, per un servizio così prezioso, qualcosa va sborsato, ma la tariffa mensile, se si pensa ai compensi offerti sul mercato americano, e si crede nella sceneggiatura che si mette in gioco, è decisamente abbordabile.

The Black List offre anche delle vere e proprie analisi a supporto delle sceneggiature caricate nel proprio database.

Sì, è uno dei servizi più utili e consigliati. Si tratta di valutazioni a pagamento, realizzate da una schiera selezionatissima di lettori professionisti, che hanno lavorato perlomeno per un anno nell’industria cinematografica. Tali analisi vengono poi utilizzate per raccomandare del materiale considerato particolarmente buono a chiunque possa essere interessato. The Black List, infatti, non agisce passivamente. È un database attivo, che legge, valuta e promuove, costantemente, le “proprie” sceneggiature, grazie anche alla propria insuperabile mailing list.

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Franklin Leonard, fondatore di The Black List

Molti di noi tendono a non far leggere le proprie cose, per paura che vengano copiate. Ci spieghi come la lettura su The Black List è invece un sistema sicuro? Come facciamo a controllare chi legge le nostre sceneggiature e come facciamo a sapere se ne ha tratto idee da sviluppare altrove, senza di noi?

Ho girato la tua domanda a Franklin Leonard, per darti una risposta ufficiale e certa. Queste sono le sue parole: “Caricare le vostre sceneggiature su The Black List è sicuro al 100%. Monitoriamo ogni click ed azione eseguiti dai nostri membri sul sito per assicurare che il comportamento di tutti sia corretto. D’altro canto, gli sceneggiatori non possono sapere chi sta leggendo la loro sceneggiatura. In tal modo, garantiamo ai professionisti dell’industria cine-televisiva un pizzico di privacy e aumentiamo le possibilità che leggano le sceneggiature senza però sacrificare i diritti e la tutela degli sceneggiatori.”

Veniamo ai vantaggi per la WGI, che ha fatto il suo ingresso su The Black List alla pari delle Writers Guild anglosassoni, dall’America, all’Inghilterra al Canada. I soci delle Guild sono gli unici sceneggiatori che possono usufruire di un servizio in più rispetto a tutti gli altri. Quale?

D’ora in avanti, tutti e membri della Writers Guild Italia, così come gli iscritti alle altre guild affiliate a The Black List, potranno inserire gratuitamente i titoli delle proprie sceneggiature in inglese, con tanto di logline, tag, ed informazioni sui referenti di ogni progetto, a differenza di tutti gli altri clienti di The Black List, che per poter mantenere la propria presenza, devono caricare almeno una sceneggiatura e pagare, quindi, la tariffa mensile.

È chiaro che le probabilità di essere presi in considerazione, e specialmente di essere letti e riuscire a vendere un proprio progetto, crescono se si carica la propria sceneggiatura sul sito e si acquista una valutazione (“evaluation”), ma, comunque, può capitare che, per una ragione o per un’altra, un tale produttore o lettore o assistente finisca per dare un’occhiata alla pagina di un certo sceneggiatore e si interessi ad un certo titolo e alla relativa logline.

Permettimi di aggiungere che su tutti i servizi a pagamento di The Black List, i membri WGI usufruiscono di un 20% di sconto. Franklin, inoltre, ci ha concesso un altro vantaggio, ossia un mese gratuito di script hosting, per chiunque carichi la propria sceneggiatura nei 30 giorni successivi all’annuncio.

Quindi, se un produttore legge il titolo della nostra sceneggiatura e chiede di leggerla, noi per metterla a sua disposizione su The Black List cosa dobbiamo fare?

Tale produttore potrà contattarci o attraverso il sito oppure mettendosi in contatto con il referente, nostro o di quel progetto, che sia stato nominato nel modulo d’inserimento della sceneggiatura.

Vivendo a Los Angeles, hai potuto entrare in contatto con un sistema industriale avanzato, dove i criteri di selezione sono da una parte assai rigidi (parlo della forma estetica/tecnica della sceneggiatura) e dall’altra assai larghi (mentalità aperta, disposta a cercare idee ovunque). Cosa ci consigli?

Il mercato statunitense ha sempre più bisogno di nuove idee, progetti, talenti, punti di vista, modelli, afflati. La mia impressione è che la ricerca del nuovo non sia mai stata così forte e inevitabile in America, dove i canali si moltiplicano, le linee editoriali si diversificano, e il pubblico chiede, pretende, insistentemente, voracemente direi, contenuti originali di ogni tipo e gusto. D’altra parte, per l’industria cine-televisiva di Paesi come il nostro, l’unica vera ancora di salvezza va rintracciata nel mare delle co-produzioni internazionali, di tutti quei progetti che siano in grado di respirare anche al di là dei confini di un solo Paese.

L’abbraccio, pertanto, mi pare imprescindibile. Se questo è lo scenario, uno sceneggiatore italiano, oggi più che mai, non sbaglia, a mio avviso, a investire parte del suo tempo, dei suoi aggiornamenti e della sua creatività nell’elaborazione di contenuti insoliti, coraggiosi e lungimiranti, di portata extra-nazionale, prima di tutto perché in tal modo non moriamo di tedio, e in secondo luogo, perché sì, ora è possibile piazzare una nostra sceneggiatura in America o in Gran Bretagna o in Australia o in qualsiasi altro Paese ove ci sia un produzione seria interessata a produrla.

Non è facile, certo, ma possibile sì, e l’esistenza di The Black List, il suo ruolo, riconosciuto in tutto il mondo e alimentato da premi e nomination guadagnati di anno in anno dalle “sue” sceneggiature, accorcia ulteriormente le distanze e ci consegna un’occasione d’oro che fino a ieri non avevamo. Sul cosa proporre, una volta non c’era granché da dire, il cinema americano era il cinema americano e non si cercava altro da queste parti, ma oggi, dopo Breaking Bad, True Detective, The Affair, Rectify, Awake e tutti gli altri tentativi d’innovazione televisiva, le continue contaminazioni sia a livello di cultura e modelli produttivi che in senso prettamente artistico e creativo, e la progressiva esplosione del cinema indipendente americano, penso che il nostro contributo debba essere sfacciato, spudorato ed impavido, all’insegna delle nostre unicità, della nostra inimitabile diversità.

Molti dei nostri soci sono scoraggiati dalla piccolezza del nostro mercato, dove le sceneggiature vengono spesso affidate solo a un piccolo parterre di nomi, tanto che si parla ogni tanto di lobby. In questo senso, affidiamo molte speranze a una piattaforma come The Black List. Pensi che potremmo, negli anni, collaborare perché gli scambi si allarghino sul mercato internazionale e si adottino anche altre lingue europee, come l’italiano, il francese, lo spagnolo?

Penso proprio di sì. È una possibilità reale. Ne abbiamo parlato con Franklin. “È un aspetto che, di certo, siamo interessati ad esplorare”, mi ha detto.

Cosa pensano di noi italiani a Los Angeles? Che cosa senti dire del nostro cinema e della WGI?

A Los Angeles siamo visti generalmente di buon occhio. Gli italiani e l’Italia fanno sempre un certo effetto. Non nego che qualcuno abbia bisogno di verificare, inizialmente, che siamo in grado di lavorare con precisione e puntualità, ma sui nostri guizzi e potenzialità, non ci sono dubbi.

Del nostro cinema e della nostra televisione, ad esser sincero, non si sa moltissimo. Ci sono degli appassionati che ne sanno di più di quanto ne sappiamo noi, ma per il resto, nonostante festival ed eventi dedicati alle nostre produzioni, si conoscono solo i grandi film di una volta, Nuovo Cinema Paradiso, La vita è bella, La meglio gioventù e La grande bellezza.

Della Writers Guild Italia, però, sono già in tanti ad aver sentito parlare. Mica penserai che me ne stia con le mani in mano? Scherzi a parte, sai come reagiscono tutti coloro con cui ho modo di confrontarmi, americani ed italiani, sulla WGI? Provano ammirazione ed interesse per quello che stiamo facendo e come lo stiamo facendo.

Grazie, David!

 

A cura di Giovanna Koch

Tutti i particolari dell’accordo WGI -The Black List e le modalità d’accesso sono qui. 

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