Netpitch

Netpitch for Sky

Ultimo atto

L’intervista che mancava: Paolo Bonfadini per Gotland

Forse ve ne sarete accorti. Nel video di conclusione di Netpitch for Sky non appare una coppia di finalisti, gli autori di Gotland: quel giorno non siamo riusciti ad intervistarli. Rimediamo ora, grazie a Francesco Maggiore, e caso vuole che quest’intervista coincida con la conclusione dell’ultima fase della selezione, quella che Sky ha condotto in piena autonomia dopo la seduta di pitch dello scorso 30 giugno.
È stata la prima volta che un contest nazionale aperto a tutti gli sceneggiatori italiani ha avuto un unico giurato (e che giurato!): uno dei più grandi commissioner italiani, tra i primi in Europa.
L’idea era nata durante un acceso, come sempre, board WGI di tanti mesi fa in cui il ragionamento era il seguente: possibile che non si riescano a produrre più generi in Italia? Come mai c’è quasi solo crime, romance e commedia (sia al cinema che in tv) in definitiva?

Come sempre, ognuno dei 15 del direttivo aveva una sua spiegazione (che vi risparmiamo perché sono le stesse di cui si discute ogni volta che almeno due sceneggiatori si trovano nella stessa stanza).

Come sempre, dato che noi siamo WGI, il sindacato degli sceneggiatori, e non ci limitiamo a registrare supposizioni, abbiamo pensato che qualunque fosse il motivo (autocensura degli sceneggiatori, autocensura dei produttori, censura dei commissioner), valeva la pena tentare di smuovere le acque con un gesto innovativo: saltare per una volta la filiera del sistema piramidale della diffusione delle idee (gli sceneggiatori progettano una serie, provano a venderla a un produttore che a sua volta cerca di piazzarla ad una rete) e mettere in contatto direttamente sceneggiatore e commissioner.
Il Netpitch for Sky è nato così.
I numeri, di cui abbiamo già dato notizia, ci hanno fatto pensare di essere sulla strada giusta: quasi mille progetti partecipanti, centinaia di colleghi che si sono messi in gioco.
Poi, nelle varie fasi di selezione, i candidati hanno dimostrato di saper tradurre un’idea nel format richiesto, ingabbiarla in logline, sinossi e concept ed essere in grado di pitcharla in soli 15 minuti nel corso di uno speed-date quasi al buio.

Tutti e 6 i progetti finalisti, per cui Sky ha manifestato interesse e e di cui ha chiesto di incontrare gli autori, sono risultati essere stati scritti da giovani under 30.
Noi di WGI siamo entusiasti del risultato: il confronto diretto autore/commissioner ha smosso effettivamente le acque. Quando mai un giovane sceneggiatore riesce a relazionarsi liberamente con i responsabili fiction di una piattaforma?

Ci rallegriamo con gli autori e ci teniamo a ringraziare tutti gli sceneggiatori che hanno partecipato a Netpitch for Sky.  Il nostro settore è fatto così: vive di idee, di competitività e di generosità degli autori che non smettono di credere in se stessi e continuano a macinare progetti. Il nostro dovere di sindacato è aumentare le occasioni di contatto per moltiplicare le possibilità per tutti, così come abbiamo già ripreso a fare con il nuovo Blind Netpitch insieme ad APA.

Vi lasciamo con l’intervista a Paolo Bonfadini che ha scritto Gotland con Davide Morando.

Il Board WGI

Gotland

La serie ideata da Paolo Bonfadini e Davide Morando

Carissimo Paolo insieme a Davide Morando, avete presentato la vostra opera al NetpitchForSky:  vi è sembrato il contest piu adatto?

Sì. La possibilità di interfacciarsi con partner come WGI e Sky è qualcosa che non capita spesso e abbiamo cercato di sfruttarla al meglio delle nostre possibilità. La concorrenza era molto ampia e dopo aver conosciuto gli altri autori selezionati, tutti di ottimo livello, siamo ancora più contenti e grati di aver potuto esporre un lavoro frutto di tanta dedizione e tanto impegno.

Qual è stata l’interazione con Writers Guild Italia e con Sky?

WGI ha svolto una funzione organizzativa e ci ha fornito tutta l’assistenza necessaria a presentare al meglio il nostro lavoro. La decisione stessa di mantenere anonimi i progetti fino al momento del pitch in presenza ci ha permesso di ricevere un parere molto democratico e sincero, cosa che abbiamo particolarmente apprezzato. Con Sky ci sono stati scambi di feedback e opinioni molto interessanti sul nostro progetto, è stata un’occasione di confronto preziosa per poter continuare a sviluppare al meglio la nostra serie.

Il vostro progetto è molto particolare. L’idea è nata in occasione del Netpich o risale a molto tempo fa?

La storia è nata poco più di due anni fa come idea per lo sviluppo di un lungometraggio. Grazie a diversi feedback abbiamo deciso di adattare la storia ad un formato seriale e ci siamo subito convinti di essere sulla strada giusta. Abbiamo lavorato molto per arricchire il mondo della serie e i rapporti tra i personaggi. L’occasione giusta per il nostro progetto è arrivata proprio con il bando Blind Netpitch per Sky, esplicitamente dedicato alla serialità.

L’intervista è a cura di Francesco Maggiore

Paolo Bonfadini

Davide Morando