The Crown

S04 E10

Guerra

Sceneggiatura di Peter Morgan

 

 

FATTO STORICO FICTION
Il 2 novembre 1990, il vice Primo Ministro Geoffrey Howe, membro del Gabinetto dal 1979, motivò alla Camera dei Comuni le sue dimissioni dal Governo.

L’ex Segretario di Stato Michael Heseltine sfidò allora la leader del partito conservatore.

Il 20 novembre si svolse il voto della direzione dei Tory e Margaret Thatcher ottenne 204 voti su 372, mentre il suo sfidante ne raggiunse 152. Purtroppo, per il regolamento del partito non era un vantaggio sufficiente per nominarla ancora una volta leader.

Il 27 novembre la Thatcher decise allora di ritirarsi dalla corsa, rinunciando a guidare il Partito Conservatore e rassegnando le dimissioni da Primo Ministro del governo britannico.

Geoffrey Howe rassegna le sue dimissioni con un discorso contro la Thatcher accuratamente meditato: il Governo non sta più facendo il bene della Nazione.

La Thatcher viene sfidata da Heseltine, perde il suo ruolo di leader dei Conservatori e, in un ultimo disperato tentativo di non perdere la guida del Governo, comunica alla Regina la sua intenzione di sciogliere il Parlamento, potere che le viene riconosciuto dalla Costituzione. La Regina, con tutta la sua autorità, la sconsiglia dal farlo: il Paese non merita una crisi così profonda.

Margaret Thatcher segue il consiglio della Sovrana e decide di rassegnare le dimissioni.

Nonostante le differenze che per undici anni hanno diviso il Primo Ministro e la Regina, quest’ultima, le rende onore come prima Premier donna e le conferisce la rarissima onorificenza dell’Ordine al Merito.

1989. Diana fece un viaggio molto pubblicizzato a New York, dove incontrò dei bambini malati di AIDS ricoverati in ospedale e ne abbracciò uno.

Il gesto, molto apprezzato e valorizzato dalle associazioni contro l’AIDS, fece seguito a quello già avvenuto nel 1987, durante il World AIDS Day, quando Lady D. sfidò lo stigma dei malati terminali con una stretta di mano, senza l’intermediazione dei guanti, a dei pazienti ricoverati.

Nonostante la paura di affrontare un viaggio ufficiale da sola, Diana si reca a New York. Tiene testa agli impegni, ma ha crisi di vomito. La calorosa accoglienza di tutti la mette a suo agio e già al secondo giorno Diana non ha problemi a visitare i quartieri più poveri, raggiungendo poi ad Harlem un reparto pediatrico per malati di AIDS.

Camilla intanto, vedendo in tv il successo di Diana, comunica a Carlo che non lo sposerà perché avrebbe la peggio nel paragone con Diana e il popolo la odierebbe.

Carlo e Diana si incontrano: Diana si aspetta sia delle scuse che dei complimenti per i risultati positivi del viaggio a New York, ma Carlo, al contrario, mette tutto sul conto dell’eccessivo e facile esibizionismo della Principessa che ha ferito anche la donna che davvero ama: Camilla.

A Sandringham House la Famiglia Reale festeggiò la notte di Natale 1990.

Non risulta una conversazione privata tra il Duca di Edimburgo e la Principessa in questa occasione: è vero però che Filippo ha scritto molte lettere a Diana e l’ha incoraggiata a far funzionare il matrimonio.

Quando la famiglia si riunisce a Sandringham per Natale, Elisabetta si rifiuta di ascoltare le lamentele di Carlo, dicendogli che dovrebbe essere più grato per la loro vita privilegiata, invece di lamentarsi in continuazione. Il divorzio da Diana è escluso.

Filippo, per parte sua, si occupa di Diana, le dice che dovrebbe concentrarsi sul suo ruolo verso Elisabetta e che non avrebbe molti vantaggi invece dal fallimento del suo matrimonio con Carlo. Ritorna il tema centrale della serie tv secondo cui ognuno è un attore di supporto per “l’unica persona che conta”, ossia la Regina.

La prima pagina del Daily Mail

nei giorni concitati subito prima delle dimissioni di Margaret Thatcher

Analisi cronologica a cura di  Lorenzo Santo, Riccardo Pulin, Matteo Proietti