The Crown

S03 E05

Colpo di Stato

Sceneggiatura di Peter Morgan

 

 

FATTO STORICO FICTION
Mountbatten non fu licenziato come capo della Difesa, bensì si ritirò naturalmente nel 1965 all’età di 65 anni. Nel 1968 Harold Wilson era afflitto da problemi economici e disordini industriali. C’erano preoccupazioni per i tagli alle forze armate, la convinzione che la spesa pubblica dovesse essere ridotta per aiutare a tenere sotto controllo i tassi di interesse e c’erano preoccupazioni per la quantità di potere esercitata dai sindacati. In quei mesi il magnate dei media e direttore della Banca d’Inghilterra, Cecil King, sostenne pubblicamente la formazione di un governo di coalizione. 1967. Il consenso nei confronti del governo è ai minimi storici, tanto che persino il Daily Mirror, per tradizione vicino ai laburisti, inizia ad auspicarne la caduta. Come se non bastasse, in un disperato quanto inutile tentativo di evitare la svalutazione della sterlina, Wilson rimuove Lord Mountbatten, lo zio materno di Filippo, dall’incarico di Capo di Stato maggiore della Difesa, in quanto simbolo della passata epoca imperialista. Tale scelta scatena ulteriore indignazione, essendo Mountbatten un eroe di guerra, i cui sacrifici non sono evidentemente tenuti in degna considerazione dal Governo.
Alla fine di aprile del 1968, King si avvicinò a Mountbatten per chiedergli di farne parte. Mountbatten ha accettato di incontrare King, insieme al direttore editoriale di Mirror Cudlipp, l’8 maggio nella sua casa londinese in Kinnerton Street, e ha portato con sé il suo consigliere non ufficiale Zuckerman. King avrebbe chiesto a Mountbatten di accettare di essere il capo titolare di una nuova amministrazione, il quale avrebbe chiesto a sua volta l’opinione di Zuckerman, che ha dichiarato che il piano equivaleva a tradimento. Mountbatten espresse la stessa opinione e King e Cudlipp se ne andarono. Oltre al rifiuto di Mountbatten di partecipare al controverso complotto di King, non ci sono prove di altri cospiratori. Lo stesso Cudlipp sembra vedere l’incontro come un esempio di estremo egoismo da parte di King. Wilson annuncia in televisione che il Governo si è visto costretto a svalutare la sterlina. Mountbatten viene convocato alla Banca d’Inghilterra dal direttore Cecil King, il quale è anche proprietario del gruppo editoriale che controlla il Daily Mirror. Profondamente preoccupato per la situazione finanziaria in cui versa il Regno Unito, King sta progettando un vero e proprio colpo di Stato per destituire Wilson e instaurare un governo di salvezza nazionale, di cui ritiene che Mountbatten sarebbe la guida ideale. Dopo un paio di giorni di riflessione, Mountbatten conclude che un colpo di Stato nel Regno Unito sarebbe assolutamente impossibile senza il consenso della Corona. Mountbatten, convocato da sua nipote la Regina, tenta di spiegare ad Elisabetta le ragioni che stanno spingendo ad agire contro Wilson. La Sovrana, tuttavia, impone che tale azione venga interrotta, poiché il Primo Ministro ha vinto democraticamente le elezioni, e spetterà pertanto ai sudditi decidere se riconfermargli fiducia.
Porchey (Henry Herbert, il settimo Conte di Carnarvon) è stato per anni un fidatissimo della Regina e un suo amico d’infanzia, sempre al suo fianco alle corse e nelle scuderie. Il loro affetto durò fino alla morte dell’uomo, nel 2001, ma niente ha mai fatto supporre che i due fossero più che buoni amici. Alla fine degli anni ‘60, Porchey aiutò Elisabetta a rinnovare la sua strategia di allevamento e nel 1970 lei lo nominò direttore delle corse. I due visitarono la Normandia insieme nel 1967 per esplorare le tecniche, ma nel viaggio erano accompagnati dalla moglie di Porchey. I due non visitarono insieme l’America nel 1968. Elisabetta si estrania dagli affari di Corte per occuparsi della ricerca del nuovo cavallo che dovrebbe restituire alla scuderia reale il lustro perduto. Affidata la gestione del Palazzo alla Regina Madre, Elisabetta si reca prima in Francia e successivamente negli Stati Uniti, accompagnata da Lord Porchey. Durante il viaggio Elisabetta si diverte in compagnia dell’amico, assaporando la vita che avrebbe potuto intraprendere se non fosse dovuta diventare regina. Tuttavia, informata dal Primo Ministro del complotto in atto contro il Governo, Elisabetta è costretta a tornare a Palazzo.

Lord Mountbatten ha tentato di rovesciare il primo ministro Harold Wilson?

L’idea che a Lord Mountbatten sia stato chiesto di unirsi e guidare un colpo di Stato contro il premier Harold Wilson è rimasta per anni, ma alcuni la considerano ancora una delle tante teorie del complotto che circondano i due mandati di Wilson.

 Secondo fonti come il libro Spycatcher del 1987 di Peter Wright, di cui il governo ha tentato di vietare la pubblicazione, Lord Mountbatten nel 1968 ha incontrato Cecil King, il capo della International Publishing Corporation, e un membro della Banca d’Inghilterra per discutere la deposizione di Wilson e consegnare le redini del Paese a Mountbatten. Nella storia di Wright, Mountbatten ha respinto l’idea come tradimento e non ha agito oltre.

 Non è chiaro se la Regina sapesse o meno che Mountbatten avesse partecipato ad una riunione del genere, ma lo storico Andrew Lownie scrive nel libro The Mountbattens: Their Lives & Loves che fu determinante nel dissuaderlo dal cimentarsi in “tradimenti di rango”.

Lord Mountbatten di Birmania in uniforme navale
1976
foto di Allan Warren

Analisi cronologica a cura di Matteo Proietti, Riccardo Pulin, Lorenzo Santo