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Sfrutta la gravità

di James V. Hart

La WGI è nata con l’intento di valorizzare la professione degli sceneggiatori. La sezione SCRITTO DA, sotto l’egida di WRITTEN BY, la prestigiosa rivista della WGAw, tenta di supplire alla grande disattenzione con cui gli scrittori di cinema, tv, e web vengono penalizzati  dagli organi di informazione.
Questa è la terza della piccola/grande serie di 5 interviste che James Hart ha rilasciato a tre soci WGI -Michele Alberico, Mariangela Barbanente e Menotti- durante lo svolgimento della 5° edizione del workshop di scrittura di PugliaExperience. I video, realizzati con la regia di Stefano Reali e montaggio con sottotitoli di Mike De Caro, verranno via via pubblicati sul canale YouTube della WGI, 
James V. Hart  è uno sceneggiatore di fama mondiale, con l’indiscutibile talento e la grande affabilità del narratore nato. 
Vi invitiamo ad ascoltare e leggere le sue interviste, non solo per l’interesse dei contenuti, ma anche (e forse soprattutto) per la forma delle risposte, che sono già delle storie, con la struttura perfetta delle storie. Attenzione alle aperture, alla tecnica della ripetizione, agli excursus, al climax, al congedo… Tutta questione di ritmo.
La prima delle interviste è sull’importanza del ruolo dello sceneggiatore, che genera lavoro per tutte le altre categorie del cinema.
La seconda intervista parla dei principi della scrittura che, secondo Hart, sono incardinati nella natura dell’universo.
Questa è il segreto della creatività, intesa come la forza di gravità che governa la vita e di conseguenza il racconto.
La quarta intervista, spiega perché la narrazione audiovisiva, nata con il cinema, sta spostando il suo epicentro sulla tv.
La quinta intervista contiene un’affermazione straordinaria: è stato lo sciopero degli sceneggiatori USA a cambiare le serieTv, è stata l’azione sindacale a generare creatività.

Hart 3 - Gravity

Testo in italiano

Tempo fa ero in un brutto momento della mia carriera, da un po’ non riuscivo a fare un film, ero etichettato come difficile. Ero aggressivo, non funzionava niente, avevo scritto delle brutte sceneggiature, ero stato licenziato dalla Fox.

Ho un amico gesuita – possiamo essere religiosi adesso… – Lui è irlandese cattolico e abbiamo una visione simile della scrittura. Questo mio amico gira il mondo con una bravissima operatrice di camera tedesca per filmare documentari di carattere spirituale, che riguardano la fede e il fenomeno della fede.

Lui mi chiamava sempre, una volta l’anno, senza preavviso, da qualche posto del mondo dov’era finito. Così una notte, in cui avevo bevuto troppo e me ne stavo seduto a fissare lo schermo del computer e a dirmi: “Odio tutto questo! Che problema ho?” , Bart Gavigan mi chiama e, con quel meraviglioso accento irlandese, mi fa…

– Jim!

– Dove sei?

– Sono in Svizzera.

– Grande! Che stai facendo?

– Sono stato sul Cervino, oggi

– A fare che?

– Ora te lo dico. Mi fa piacere che me lo chiedi…

E mi racconta che era stato sulla cima del mondo con un gruppo di coraggiosi paracadutisti sportivi che stavano per gettarsi nel vuoto e planare a valle.

Bart stava intervistando questi ragazzi di 24/25 anni, tutti giovani e prestanti. Ma l’ultimo della fila… sembrava in forma, ma dimostrava più di 24 anni. E infatti quello gli disse:

– Hai ragione, ho più di 50 anni.

– Come mai fai una cosa del genere alla tua età?

E quello:

– Mi fa piacere che me lo chiedi, ora te lo dico… Mio padre era un grande scalatore, mio nonno era un grande scalatore, il mio bisnonno, idem. E mi sono ritrovato il giorno del mio cinquantesimo compleanno sulla parete di una montagna, con un freddo polare, circondato da altri scalatori che martellavano sui loro picchetti, per fissarli nella roccia. Guardo in alto e mi rendo conto che mancano ancora 500 metri per arrivare in cima. Stavo malissimo. Tutte le mie ossa odiavano stare lì.

Però, rimetto in fila gli altri scalatori e proseguiamo verso la vetta per superare questi ultimi 500 metri. Di botto, sento un corpo cadere nel vuoto dietro di me. Fiuuu.

Pensai: oh, no! E’ il mio compleanno e non ha mai perso un compagno, finora. Allora, dissi agli altri: Non guardate giù! Guardate tutti la parete, per favore. Non guardate giù!

Ma io mi giro e vedo questo corpo precipitare giù, migliaia di metri, verso la morte… E mentre lo guardo, all’improvviso, un paracadute rosso si apre sulla sua schiena e il corpo si alza nell’aria e oscilla verso la valle..

Quel paracadutista si stava godendo uno spettacolo che il nostro amico scalatore non aveva mai potuto vedere…

– Allora ho pensato: quell’uomo sta usando la forza di gravità in maniera positiva, mentre io la contrasto e ho ancora 500 metri da scalare.  Da allora in poi ho deciso di sfruttare la gravità. È per questo che mi tuffo.

E in quel momento anch’io ho pensato:

– Bart, sei il mio salvatore!

Sfrutta la forza di gravità. È una forza positiva, non negativa.

Da quella sera, ho fatto 5 film uno dopo l’altro. Mi sono detto: non farò più resistenza contro la gravità, la seguirò. Lascerò che mi prenda. Non mi opporrò. Ovunque la forza di gravità mi porti, la prenderò come un’opportunità e ne farò qualcosa.

Così, sfrutta la gravità divenni il mio mantra. Insieme a non crescere mai e a non mollare mai. E mi ispira sempre.

Non so se funzionerà con voi, ma a me ha dato la carica per molto tempo, quindi… Grazie mille!

L’intervista è a cura di Michele Alberico, Mariangela Barbanente, Menotti

La traduzione dall’inglese è di Mike De Caro                                    
Scrittori in PugliaExperience

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