Interviste

Perché la Writers Guild

di James V. Hart

La WGI è nata con l’intento di valorizzare la professione degli sceneggiatori. La sezione SCRITTO DA, sotto l’egida di WRITTEN BY, la prestigiosa rivista della WGAw, tenta di supplire alla grande disattenzione con cui gli scrittori di cinema, tv, e web vengono penalizzati  dagli organi di informazione.
Questa è la quinta ed ultima della piccola/grande serie di 5 interviste che James Hart ha rilasciato a tre soci WGI -Michele Alberico, Mariangela Barbanente e Menotti- durante lo svolgimento della 5° edizione del workshop di scrittura di PugliaExperience. I video, realizzati con la regia di Stefano Reali e montaggio con sottotitoli di Mike De Caro, sono tutti pubblicati sul canale YouTube della WGI, 
James V. Hart  è uno sceneggiatore di fama mondiale, con l’indiscutibile talento e la grande affabilità del narratore nato. 
Vi invitiamo ad ascoltare e leggere le sue interviste, non solo per l’interesse dei contenuti, ma anche (e forse soprattutto) per la forma delle risposte, che sono già delle storie, con la struttura perfetta delle storie. Attenzione alle aperture, alla tecnica della ripetizione, agli excursus, al climax, al congedo… Tutta questione di ritmo.
La prima delle interviste è sull’importanza del ruolo dello sceneggiatore, che genera lavoro per tutte le altre categorie del cinema.
La seconda intervista parla dei principi della scrittura che, secondo Hart, sono incardinati nella natura dell’universo.
La terza è il segreto della creatività, intesa come la forza di gravità che governa la vita e di conseguenza il racconto.
La quarta intervista, spiega perché la narrazione audiovisiva, nata con il cinema, sta spostando il suo epicentro sulla tv.
La quinta intervista contiene un’affermazione straordinaria: è stato lo sciopero degli sceneggiatori USA a cambiare le serieTv, è stata l’azione sindacale a generare creatività.

Writers Guild

Il testo in italiano

Sono stato iscritto al Sindacato degli Scrittori Americani (WGA) dal 1982. Ho 67 anni e ho una pensione grazie al mio sindacato, che paga tutti i costi generali, che ha lottato e raccolto diritti d’autore per me su tutti i film che ho fatto, quando passano in televisione o distribuiti in dvd o scaricati dal web.

Il sindacato ha lottato per noi e ci ha dato protezione quando nessun altro era interessato a farlo.

I produttori non vogliono che tu abbia successo, che il tuo successo possa mettere in ombra il loro. Non li biasimo perché si assumono un sacco di rischi, però… Aspetta un momento: se tu ci guadagni, non vuoi che ci guadagni anch’io? Non c’è una buona risposta a questa domanda. Loro non possono dire: “No. Noi vogliamo che tu abbia solo un poco del guadagno…”

Ma il sindacato stabilisce dei minimi e dei protocolli, delle regole e degli standard che i produttori devono rispettare. Non lo fanno sempre, ma almeno ci sono delle regole scritte.

Io non so dove sarei senza il sindacato degli scrittori. Ho l’assicurazione medica, una pensione. Ricevo assegni ogni quadrimestre per i miei film, da anni. Ancora vengo pagato per Hook e Dracula, e Contact… Sono passati 25 anni e ancora ricevo i diritti d’autore.

Se sei un creatore di contenuti, t’imbatti nella solita mentalità dei manager delle produzioni che dicono: “Ah, possiamo sempre trovare un altro scrittore.” E spesso lo fanno.

Abbiamo avuto un terribile sciopero alcuni anni fa. Nessuno di noi lo voleva. E’ stato quasi se ci avessero sfidato a fare sciopero. E ci ha fatto male. Era il 2008. Mi ci sono voluti quattro anni per riprendermi…

Tutto il settore cambia quando succede una cosa del genere. E’ una cosa orribile… Ma i prodotti sono migliorati, è stata un’opportunità.

La televisione è cresciuta dal 2008. Lo sciopero produsse quell’energia creativa che stiamo vedendo in tv. Perché uccidemmo il business televisivo americano in quei mesi. E fummo odiati per quello. Ce ne assumemmo la responsabilità, ma adesso è molto meglio. E’ più difficile realizzare film, ma la televisione è diventata più ricca,

E il sindacato ha resistito, siamo andati avanti.

Da allora nessuno vuole fare più sciopero.

Se fai diventare lo scrittore il tuo partner, invece che un nemico, avrai programmi migliori, performance migliori, più vendite, più soldi, più ricavi.

Se fai dello scrittore un tuo alleato!

L’intervista è a cura di Michele Alberico, Mariangela Barbanente, Menotti

La traduzione dall’inglese è a cura di Mike De Caro

Scrittori in PugliaExperience

1 commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post