Il bollettino dello scrittoreVenezia

Sguardi 3

Bollettino n. 11/22

Andrea Vernier,  sceneggiatore e socio della Writers Guild Italia, osserva e vive anche quest’anno, dal nostro particolare punto di vista di scrittori, gli eventi della 79. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto – 10 settembre 2022)

(segue da Sguardi 2. Bollettino n. 10/22)

Non c’è miglior approdo, dopo il viaggio nelle idee di questa Mostra, dell’isola che non c’è: il Lazzaretto.

Il Lazzaretto è stata la prima isola della Serenissima ad ospitare le navi in transito, mettendo equipaggi e merce in quarantena prima che potessero approdare in città. L’isola ha poi vissuto l’abbandono – per poi diventare un canile.

Oggi torna ad essere frequentata dagli umani della Mostra del Cinema, con merce che forse merita comunque una quarantena: il virtuale – un mondo su cui si spendono moltissime parole, ma che ancora non riesce ad andare oltre la giostra. Dentro gli spazi restaurati sono state allestite numerosissime postazioni, dove il visitatore – uno alla volta – sperimenta diversi tipi di “esperienze”.

Notevole la sensazione di spaesamento e di solitudine profonda sperimentata. In fondo sono alla Mostra del Cinema; un fatto collettivo. La Covid ha destrutturato molto – e molte scelte gestionali della Macchina Mostra hanno lasciato perplessi proprio perché sono andate contro la caratteristica di un festival: facilitare l’incontro e lo scambio di opinioni… Ma ok. Io cerco scambi, incontri. Non ho trovato stimoli in questi allestimenti. Gli stimoli li trovo invece nel chiosco.

Felici di essere immersi nella realtà sensoriale fatta di sole, vento, foglie di alberi che sfarfallano e nuvole di marmo che incorniciano lo sguardo, io e il regista (di pubblicità e documentari di successo) finalmente parliamo. Ci siamo rincorsi per giorni. Abbiamo visto i film della mostra. Lui è rapito dalla bellezza delle cose: il sole di settembre, la luce, le nuvole… penso all’inquadratura finale del capolavoro di Pasolini “che cosa sono le nuvole”. Probabilmente mi ha letto nel pensiero.

“Gli intellettuali del ‘900 erano la coscienza critica della loro epoca. Be’, sono scomparsi.” Parte folgorante. Non mi aspettavo nulla di simile. O forse sì. Non so. Forse mi ha letto nel pensiero non solo riguardo alle nuvole.

“La sua figura, il suo ruolo, era di mettere in discussione l’esistente. Oggi all’artista non si chiede più di rappresentare la società, ma se stesso. Questo va bene solo ai narcisisti”

“Be’, direi che non mancano…” Non coglie. Ha urgenza.

“Nel ‘900 a cosa serviva l’intellettuale? A porsi domande sulla realtà. Aveva una sensibilità che andava oltre il presente. Viveva nella società ma non ne faceva parte fino in fondo. Ne era per forza quasi ai margini. Perché quello era il suo compito: coglierne i limiti. Non essere travolto dal conformismo.”

Conformismo. Narcisismo. Concetti che tornano nei ragionamenti di tutte le persone che ho incontrato in questi giorni. Rilancio: “Mi viene da pensare all’atteggiamento costruttivo della Novelle Vague. ‘Le cinéma de papa’ era finito e loro propongono forme e contenuti nuovi…”

“Si, è così. Perché capisci bene che è molto diverso essere una coscienza critica della società – come hanno fatto loro – rispetto, ad esempio, all’essere il difensore di una minoranza – come si fa ora. Le due istanze possono coesistere, naturalmente; ma oggi si fa solo la seconda cosa: difendere minoranze. Perché poni l’accento su miglioramenti individuali”.

Si blocca ed è come se si alzasse dalla seduta. “Sai che c’è?’” Si illumina. L’insight. “Mi rendo conto che il vero tema è il potere.”

“In che senso?”

“Mentre l’intellettuale del ‘900 è antagonista naturale del potere, quello di adesso si pone al servizio dei diritti dei singoli. Esempio. Lo scorso anno i giovani, Greta, il potere, ma anche ogni genere di multinazionale; tutti parlavano di green. Davano tutti lo stesso messaggio. Problema: ma scusate, dov’è l’antagonista? Contro chi stiamo lottando, se tutti diciamo le stesse cose? Non può esistere uniformità di vedute…” “Be’, siamo nell’epoca ampiamente profetizzata da Pasolini: il conformismo”

In pieno. Profeta concreto. Non di istanze generiche, ma di un mondo terribilmente reale. Ma adesso quel problema è talmente grosso che nessuno lo vede nemmeno più…”

Lo fermo. Vado a recuperare da bere. Forse cerco una pausa per fare ordine nelle idee. Non mi aspettavo questo viaggio attorno alla scomparsa dell’intellettuale. Sono sorpreso – ma sento che c’è qualcosa di interessante nei ragionamenti. Torno e lo trovo esattamente com’era: carico. Cerco di ripartire da un dato di fatto.

“Uno dei film italiani aveva con sé la storia; era un fatto storico realmente avvenuto…”.

“Vero. Film assolutamente da rispettare. Ma ti faccio una provocazione, per capire il ragionamento: immagina che lo stesso film fosse stato pensato e girato cinquanta o quarant’anni fa; avrebbe avuto tutt’altro senso. Per come la vedo io, oggi sarebbe necessario avere un punto di vista più critico. Esempio: togli il dato dell’omosessualità. Guarda il rapporto maestro/studente: se il prof avesse avuto storie con le ragazzine non ci sarebbe un problema #metoo? Magari no, magari sì. Qual’è il rapporto tra amore, potere, possesso, bisogno che si istaura? Insomma serve essere distaccati. Oggi possiamo leggere la storia da più punti di vista, perché certe conquiste le abbiamo acquisite. Bisogna anche andare oltre. Ma la mia è solo una provocazione, un ragionamento”.

In effetti il posto invita a questo: speculazioni. Siamo su un’isola, distaccati da tutto. Oltre il bordo delle mura di questo chiosco il mondo potrebbe anche aver smesso di esistere. Pericolosamente, questo posto mi piace.

“Stai in parte suggerendo che ci sarebbe bisogno di un ‘politicamente scorretto’?”.

“Totalmente”.

Mi guarda come a spiegarsi bene, figura imponente ritagliata su nuvole bianche; un contrasto massiccio/evanescente che affascina.

“L’intellettuale dovrebbe andare oltre; oltre la visione ufficiale, acquisita. Deve scavare dove nessuno scava, perché – intuisce – c’è qualcosa di importante per tutti”.

Si ferma a cercare le parole “Mi sembra che non ci sia più il sentirsi coscienza di una società, l’essere di frontiera, il vedere le cose da un punto di vista opposto a quello normale – che poi è quello del potere”. Si ferma. Il chiosco è uno spettacolo di pace e silenzio.

Mi guarda intenso: “E sai perché? perché è più costoso per tutti essere davvero critici, andare contro, accettare di essere conflittuali con il potere.

E’ più costoso per tutti… dimmi, a chi non va bene essere conflittuale – ma solo al punto giusto?” La sua voce è a cavallo tra ironia e amarezza – sentimento affiorato più volte, soprattutto nel tono. Il silenzio del chiosco ora ci avvolge con decisione, fino a coprire ogni voce. Forse non abbiamo nemmeno più la forza di provare a continuare. Sono le 19. I vincitori della 79 edizione della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica sono già decisi.

Usciamo dall’isola di Eea, la dimora di Circe. Rimettiamo piede al Lido giusto in tempo per finire in mezzo alle camionette della polizia e dei carabinieri. Si sentono urla al megafono. Celerini e carabinieri ovunque: prendono scudi e caschi. Una manifestazione.

Siamo usciti da un futuro freddo e distante per entrare nel passato caldo e fumoso degli anni 70: manifestazioni e cariche della polizia.

Il Lido sa essere la realtà distopica che preferisci.

Il Lido è in effetti l’isola dei racconti.

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La situazione che avremmo trovato nell’isola dei racconti era stata, quest’anno, ben delineata da Barbera, nel suo scritto introduttivo alla Mostra.

Dopo aver raccolto i pareri e i punti di vista di chi, in modi molto diversi (per ruolo, per attitudine e pure per carattere) ha comunque incrociato con sguardo professionale l’offerta della Mostra, credo sia utile chiudere il nostro viaggio riportando proprio le parole di Barbera, ovvero di chi questa offerta l’ha allestita.

(l’intervento di Alberto Barbera lo trovate qui)

Il bollettino dello scrittore – I report dell’inviato di Writers Guild Italia (WGI) dalla 79 Mostra internazionale d’Arte Cinematografica (31agosto – 10 settembre 2022).