Guild

Allargare il mercato

Massimo Martella, board WGI, interviene al MICI17

E’ fin dal 1 agosto del 2014, a pochi mesi dall’insediamento di Dario Franceschini al MiBact, che WGI -Writers Guild Italia ha cercato di sollecitare il Ministro ad allargare il mercato dell’audiovisivo, promuovendo in prima battuta il mercato delle idee, posizionando al centro del sistema chi ne è il motore, ovvero gli scrittori e la scrittura.

I nostri interventi, sempre con la particolare attenzione alla scrittura, sono avvenuti sia in solitaria che all’interno di una grande collaborazione con le diverse associazioni del settore, secondo questa cronologia che ci piace qui ricordare.

L’ultimo intervento WGI è stato presentato all’interno del convegno organizzato dal MICI17, che qui ringraziamo, lo scorso 17 marzo 2017 a Matera proprio per la presentazione delle proposte unitarie sui Decreti Attuativi di sette associazioni (100autori, Afic, Agpci, Anac, Cna-PMI, Sncci, WGI). 

Ecco un sunto di ciò che ha detto Massimo Martella per il Board WGI

 

La nostra sigla WGI sta per Writers Guild Italia: siamo un sindacato di scrittori e sceneggiatori televisivi e cinematografici. Abbiamo partecipato a questo gruppo di associazioni con l’idea di capire come funzionava un po’ tutta la filiera , cercando di dare un contributo con le nostre conoscenze.

Uno dei nostri obiettivi, fin dalla prima audizione che avemmo alla Commissione Senato, quando si parlava del precedente progetto di legge, era stato quello di ottenere dei finanziamenti alla scrittura che non venissero erogati alle produzioni, ma direttamente agli autori.

Ciò significa che lo Stato, di fatto, decide di farsi promotore di progetti che ritiene interessanti, innovativi o di particolare qualità, sostenendoli e portandoli verso una produzione, verso qualcuno che decida di investire economicamente in quel progetto.

Questo è un nostro punto di orgoglio; siamo stati molto felici di aver ricevuto su questa proposta l’appoggio anche delle altre associazioni e che alla fine la proposta sia stata assunta nel nuovo progetto di legge, che è poi diventato legge.

A partire da questo, vorrei però spiegare cosa significa sostegno automatico e sostegno produttivo: il sostegno automatico va a chi, negli anni precedenti, ha incassato particolarmente bene con un film nelle sale o ha avuto degli indici d’ascolto televisivi importanti con il proprio prodotto; i finanziamenti selettivi vanno a coloro che si propongono come soggetti nuovi e che partecipano a una selezione, fatta da una commissione che decide quali progetti sostenere.

Questa divisione fra automatici e selettivi deriva dallo schema della legge francese che divide poi il fondo grosso modo a metà:  un 50% in via automatica e un 50% in via selettiva. Per intenderci, la Francia stabilisce che una quota rilevante dei soldi che vengono da incassi o da ascolti di grande successo, può essere reinvestita in prodotti che hanno bisogno di sostegno per essere prodotti e arrivare al pubblico, nella speranza che diventino a loro volta prodotti di successo.

Non si tratta quindi di un investimento esclusivamente culturale: il finanziamento selettivo non va solo a sostenere un cinema o una televisione di qualità e innovazione, ma serve a muovere un mercato diverso, non solo dei film in cassetta o della fiction di prima serata televisiva su una rete generalista. Il resto della produzione diventa prototipo interessante e viene sostenuto, perché lo Stato decide di investirci e in futuro può allargare i confini di mercato e dell’ascolto.

Del resto, praticamente tutti gli autori italiani che hanno vinto premi di prestigio, hanno iniziato con uno o più film sostenuti dallo Stato.

Fatto sta che invece la nuova legge italiana decide che i selettivi si fermano al 18% (e in questa percentuale finiscono anche i finanziamenti per i vari Enti di settore).

Quindi il rischio è che questa legge finisca per ridare i soldi a chi li ha prodotti, senza che questo meccanismo virtuoso possa allargare i confini dell’offerta, sia per lo spettatore della sala che  per quello televisivo.

Abbiamo cercato di ovviare a questa impostazione, con le nostre proposte sui Decreti Attuativi, cercando di inserire delle compensazioni. Abbiamo proposto che non tutti gli incassi del cinema e gli ascolti televisivi debbano valere nello stesso modo nell’attribuzione dei sostegni automatici; per esempio, un correttivo proposto è stato quello per cui il prodotto televisivo che va in onda su una rete di minore ascolto ha un piccolo coefficiente in più di sostegno rispetto a chi è uscito su una rete generalista di grande visibilità, magari in prima serata.

Si tratta di un coefficiente compensativo per aiutare coloro che partono svantaggiati, ma sempre in relazione al successo che questi hanno avuto come prodotti, senza leggere in questo un atteggiamento di favoritismo nei confronti di autori più sperimentali.

Anzi, forse è il contrario: manca un’idea di sostegno forte al prodotto indipendente e quindi questa nostra proposta correttiva serve a compensare queste condizioni, che a lungo andare potrebbero portare il mercato a delle distorsioni indesiderate.

Massimo Martella

La foto di copertina è stata diffusa da AGPCI che ringraziamo.

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